La presa di Macallè di Andrea Camilleri edito da Sellerio Editore Palermo
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La presa di Macallè

Collana:
La memoria
Data di Pubblicazione:
26 settembre 2003
EAN:

9788838918964

ISBN:

8838918961

Pagine:
274
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama La presa di Macallè

Nell'anno di grazia 1935, quello della guerra d'Abissinia, Michilino è un "picciliddro". Figlio della Lupa, fascista perfetto, arruolato nella milizia di Cristo grazie a prima comunione e cresima, il bambino si cerca a tentoni tra un padre che si "ringalluzza con la creata di casa" e una madre che si dà alla "penetrante conversazione" con un prete. Il professore Gorgerino, pedofilo e capo dell'opera nazionale balilla, lo introduce alla ginnastica degli spartani brutalizzandolo per festeggiare di volta in volta la presa di Macallè, di Tacazzè, Axum. Ed è proprio durante i festeggiamenti per la presa di Macallè che il bambino dall'infanzia manomessa decide di farsi vendicatore, trasformandosi in un pluriomicida soldato della milizia del Duce e di Cristo.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 6 recensioni

Risate amareDi L. Mina-1 maggio 2012

Lo definirei un romanzo triste soprattutto perché è una denuncia contro i personaggi di cui un bambino necessiterebbe avere più fiducia: un prete, un insegnante, una madre, una cugina, un padre, tutti coloro che denunciano e gridano contro il peccato e i peccatori (anche di avere una differente fede politica) quando sono invece loro medesimi peccatori anche perchè hanno creato nel protagonista una lugubre idea del peccato.

La presa di MacallèDi l. vito-31 luglio 2011

La presa di Macallè descrive un'infanzia negata e contorta. È un libro crudo e crudele, in cui si narra la storia, ambientata nell'epoca fascista, del piccolo Michelino, che viene a conoscenza degli aspetti più torbidi della sessualità perdendo, pian piano, la sua innocenza. Alla fine si ribella, il piccolo, diventando lui stesso uno strumento di violenza. Un libro cattivo, che fa riflettere.

La presa di MacallèDi l. alice-26 luglio 2011

Avevo intenzione di dare cinque, ma visto il finale preferisco assegnargli un quattro. "La presa di Macallè" è un romanzo fallico come l'epoca che descrive. Tuttavia, la sessualità è deformata, impoverita, strumentalizzata e diviene metafora implacabile di una società che ha ucciso l'innocenza, gli ideali e la storia. Un libro eccessivo e crudele che, senza scorciatoie, racconta uno spaccato dell'epoca fascista con le sue aberrazioni. Tre stelline, invece di quattro perchè avrei preferito che, in diverse pagine, Camilleri si fosse abbandonato semplicemente alla sua meravigliosa narrazione senza digrignare di continuo i denti.

la gioventùDi P. Lorenzo-26 ottobre 2010

pur mantenendo il suo modo ironico ed apparentemente scanzonato di scrivere, Camilleri tratteggia con la sua solita bravura le vicende di un ragazzino da principio vittima degli adulti.

Paradossale, originale e coinvolgenteDi F. Enrico-19 settembre 2010

Bello e paradossale. La storia del giovane Michelino che si svolge nell'Italia fascista dell'anno 1935. Tema conduttore del libro è la visione della realtà interpretata dal giovane protagonista. I fatti storici e le vicende politiche vengono di volta in volta percepite dal ragazzo sulla base delle sue conoscenze e delle sue capacità interpretative. Ne deriva una realtà fiabesca, mitizzata, ma anche violenta e triste. I capisaldi dell'educazione ricevuta da Michelino, vale a dire l'indottrinamento cattolico e quello fascista finiranno per trasformarlo in feroce assassino, nella certezza che tutte le sue azioni siano mosse dall'obbedienza agli alti ideali a cui è chiamato. Originale e coinvolgente.

la presa di MacallèDi t. silvia-13 febbraio 2007

Candido secondo Camilleri? No, il libro, ripetitivo e paradossale, si avvale di una scrittura di bassa cucina. Strano, Camilleri, di solito, scrive bene! In questo caso, la storiaccia si dipana in un mondo fascista di maniera, assumendo i toni più della pochade che del romanzo. Camilleri si diverte a stupirci con puntuali descrizioni di amplessi e violenze sessuali subite da un indisponente personaggio, Michelino, che conclude, finalmente, la sua esperienza terrena arso insieme ai genitori, in un rogo wagneriano in cui manca solo Brunhilde, per completare il quadro. Peccato che lo scrittore si sia compiaciuto, sornione, indulgendo nei particolari più improbabili e scabrosi, inutili, peraltro, ai fini della storia. Mi auguro che non se ne ricavi un film.