Post mortem

Contenuto veramente splendido è alquanto desueto rispetto a questi nostri tempi conformisti e stereotipati. La domanda che si e ci pone Caraco è molto semplice quanto irrisolvibile: quanti sono i modi di amare una persona cara? Lo stile è perfetto nel suo nitore classico.

Diario in ricordo di una madre, “Post Mortem” di Albert Caraco è davvero un piccolo gioiello, un capolavoro minimo che va letto e riletto a più riprese. Scritto a mezza pagina, come a lasciare spazio bianco per quello che le parole non sanno dire, si tratta di una vera e propria riflessione post-mortem d’un orfano di madre: la donna, chiamata “La Signora” appare essere complesso: ora ironica e grottesca, ora infantile e assai crudele, determina in chi scrive cangianti moti d’animo. Ed è proprio questa policromia sentimentale (dalla rabbia alla passione, dall’odio alla disperazione, dalla sufficienza alla mancanza lacerante) il valore più alto del volume, capace di ribadire che una persona, una persona sola è un groppo attorcigliato di contraddizioni in evidenza. La si legga questa partecipata orazione funebre in morte di una madre. La si legga per comprendere cosa può essere provato quando si perde chi s’ama e si maledice, chi s’adora e si rifiuta, chi si abbandona e non si ritrova. Lo consigliamo caldamente. Così come caldamente torneremo a leggerlo.