Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza di Aldo Cazzullo edito da Rizzoli

Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza

Editore:

Rizzoli

Data di Pubblicazione:
16 Aprile 2015
EAN:

9788817082327

ISBN:

8817082325

Pagine:
403
Formato:
rilegato
Argomenti:
Storia d'Italia, Storia del 20. Secolo dal 1900 al 2000
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Descrizione Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza

La Resistenza a lungo è stata considerata solo una "cosa di sinistra": fazzoletto rosso e Bella ciao. Poi, negli ultimi anni, i partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari, che si accanirono su vittime innocenti, i "ragazzi di Salò". Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è il patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione. Aldo Cazzullo lo dimostra raccontando la Resistenza che non si trova nei libri. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli. Le storie delle suore di Firenze, Giuste tra le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che sceglie di morire con i suoi parrocchiani dicendo "vi accompagno io davanti al Signore"; degli alpini della Val Chisone che rifiutano di arrendersi ai nazisti perché "le nostre montagne sono nostre"; dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600 mila internati in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani. La Resistenza fu fatta dai partigiani comunisti come Cino Moscatelli, ma anche da quelli cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo Sogno, autonomi come Beppe Fenoglio. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri che morirono combattendo al fianco degli Alleati... Chi erano davvero i partigiani? Ce lo racconta Aldo Cazzullo in Possa il mio sangue servire. Non erano solo i comunisti dalle bandiere rosse, né, tantomeno, atroci assassini che si scagliarono contro i fascisti a guerra finita. La guerra partigiana coinvolse trasversalmente la società italiana che si oppose con fermezza alle brutture della dittatura e di Mussolini. Chi abbracciò il fucile o semplicemente morì per difendere un ideale, la propria patria, la propria casa o le proprie montagne. Diverse furono le forme di vera e propria Resistenza al nemico, al razzismo, ai rastrellamenti, alle uccisioni degli ebrei o dei propri compagni. Partigiani furono i comunisti, ma anche i cattolici, i preti e le suore, madri e monarchici, autonomi, bersaglieri o carabinieri. E’ veramente riduttivo, racconta Cazzullo, classificare i partigiani in una sola categoria, come se fossero parte di un unico ceppo sociale e politico. Possa il mio sangue servire ce lo dimostra con le voci dai lager o con le lettere dei condannati a morte. I nostri padri e i nostri nonni sacrificarono tutto per noi, per il nostro futuro e per un’Italia migliore. Questo è importante ricordarselo giorno dopo giorno. Aldo Cazzullo procede nel doveroso atto di memoria e di ricordo di questi eroi del tempo. Lo fa senza omettere nulla, neppure le pagine vergognose della memoria, quelle di Porzus e Codevigo. Tante le atrocità dimenticate dei nazisti: da Boves a Marzabotto, fino a Cefalonia. La guerra è brutale, ma a renderla quasi poetica solo qui i canti degli alpini di Val Chisone o la storia di Don Ferrante Bagiarsi che scelse di morire con i suoi parrocchiani. La pagina di storia che ci racconta questo libro di Cazzullo non solo è importante, è fondamentale per capire chi eravamo e chi potremmo diventare.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 1 recensione

Ti fa sentire un vermeDi C. Guido-17 Giugno 2015

Astenersi dal portarlo in spiaggia: non è libro da relax. Commovente, intenso, più che a "non dimenticare" o a "ricordare" serve a "scoprire" persone degnissime di cui l'Italia deve essere fiera, e che sono sparite nel dimenticatoio pubblico, tranne in qualche raro caso. A loro dovrebbero essere intitolate strade e piazze, altro che a regnanti e generali, e a loro dovrebbero ispirarsi i politici! Non è un libro sui partigiani ma sulle persone: semplici cittadini, militari, contadini, preti, suore, tutte figure nobili che per desiderio di giustizia hanno immolato la propria vita. Direi che il vero nemico in questo caso non è il tedesco, il nazista o il fascista, bensì l'orrore, la vigliaccheria, i gesti più ignobili. Di fronte a questo o si rimaneva indifferenti, se non complici, o si sceglieva il martirio in nome della giustizia, che in guerra non c'è mai. Da leggere a piccole dosi, per non soffocare nel dolore. Da sottolineare la grande ricerca bibliografica svolta dall'autore e testimoniata dalle quattro pagine zeppe di titoli di libri consultati. Questo testo è da consultare, al pari degli altri, per capire come anche gli italiani nei momenti drammatici possano essere capaci di gesti nobili e generosi.