Il populismo italiano da Craxi a Berlusconi

Dieci anni fa nasceva "MicroMega", una delle voci più limpide e forti nello stonato coro della politica e della cultura italiane. Dieci anni cruciali per la crisi del nostro paese, dieci anni di difficile transizione, o addirittura di un "Termidoro senza rivoluzione". Dieci anni caratterizzati dall'incapacità di vedere - o dalla volontà di rimuovere - fenomeni che pure si imponevano all'osservazione disincantata: non solo il disfacimento del comunismo internazionale, e dunque il realismo dei "sognatori" dissidenti, ma anche il carattere di nuova destra del craxismo, la trasformazione della nostra democrazia in partitocrazia basata sulla corruzione, la crisi definitiva della Democrazia cristiana, la miopia e i ritardi di una sinistra che pure intuisce la necessità di cambiare perfino il nome. Ecco perché, quando esplodono le indagini di Mani pulite - unico elemento davvero rinnovatore nella palude della politica italiana - molti continueranno a non capire che il futuro del paese si gioca intorno alla legalità, e non intorno alla pur necessaria riforma istituzionale. Di questo scenario, di questa politica che sembra aver smarrito il suo respiro etico, e che va riciclando il passato sotto nuovi sorrisi, Paolo Flores d'Arcais, direttore di "MicroMega", è stato testimone e antagonista tra i più acuti e polemici. Un articolo all'anno, questo libro ripercorre gli irrisolti paradossi del populismo italiano.