I ponti della Delizia di Guido Cervo edito da Piemme

I ponti della Delizia

Editore:

Piemme

Collana:
Bestseller
Data di Pubblicazione:
31 gennaio 2012
EAN:

9788856625110

ISBN:

8856625113

Pagine:
390
Formato:
brossura
Acquistabile con la

Trama I ponti della Delizia

Nella notte tra il 23 e 24 ottobre 1917, sull'esercito appostato sul fronte di Caporetto si abbatte l'inferno. Gli austro-tedeschi travolgono le truppe italiane, stanche e demotivate dopo anni di sanguinose e vane battaglie. E la disfatta. Abbandonati dai generali, i soldati allo sbando attraversano il Friuli, e i civili, impauriti dall'avanzata del nemico, vanno a ingrossare la triste colonna dei militari in ritirata. Tra questi il sergente Tarcisio Angeretti, contadino bergamasco prestato controvoglia alle armi, e altri suoi commilitoni, mandati a combattere per ragioni che nessuno di loro comprende. Tranne forse Libero Santini, il socialista del battaglione, che la sa lunga su deboli e potenti; ma è pericoloso starlo a sentire. Tra episodi di viltà, sopraffazione e violenza, ma anche di grande generosità e amicizia, la strada di Tarcisio si incrocia con quella di altri militari e civili. Come la "Bertini", donna perduta che nasconde nel cuore una pena segreta. O Ersilia, giovane vedova di guerra, decisa a tutto pur di portare in salvo Anita, la piccola orfana ribelle. Mentre gli Arditi vanno incontro spavaldi al nemico, per chi si ritira l'unica possibilità di sfuggire alla morte o alla prigionia è attraversare i ponti sul Tagliamento prima che l'esercito li faccia saltare, in un estremo tentativo di fermare l'invasione. Non tutti arriveranno in tempo.

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 5.90

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
5 di 5 su 1 recensione

I ponti della deliziaDi S. Lucia-9 aprile 2011

Molto molto bello. Non so se è un capolavoro, ma vale la pena leggerlo. Ottobre 1917. Le linee italiane cedono davanti alla pressione austriaca, è la disfatta di Caporetto. Le storie parallele di un soldato bergamasco in rotta e di una maestra sfollata di Udine si incroceranno solo per pochi minuti alla fine del libro. Un romanzo semplicemente bellissimo. Avvincente, storicamente ineccepibile. Non si può non restare coinvolti dalle descrizioni dei combattimenti, dal realismo degli episodi, dalla credibilità dei personaggi. Dall'angoscia dei profughi, una mandria disperata costretta a marciare per giorni sotto la pioggia torrenziale, dallo spaventoso marasma in cui si è trasformata la fuga di intere popolazioni. Viene istintivo pensare ai profughi di oggi, oppure ricordare vaghi accenni dei nostri nonni, per confrontarli con l'enormità di quella tragedia che è rimasta semplicemente ingoiata dall'oblio. Non era facile per niente, raccontare semplicemente di una fuga, inanellare episodi, eppure ci si affeziona ai personaggi che vanno e vengono come avviene nella vita, appaiono e muoiono, senza restare inchiodati nella storia per esigenze narrative. Anche i sentimenti, i pensieri, la percezione stessa della guerra da parte dei personaggi sono realistici, e questo non vuol dire affatto esasperati. E poi l'autore è bravissimo nell'utilizzare personaggi caratteristici della letteratura d'appendice: il soldato umile e valoroso, la maestra, l'orfanella, il prode ardito, il coro dei commilitoni, ma lo fa - e gli riesce soprendentemente bene - in maniera moderna, trasformandoli in persone vere e credibili. E la guerra - questa guerra - è descritta nella sua quotidianità con una precisione ed un dettaglio rari e preziosi. E mi piace tanto il finale, che senza dire nulla sembra preannunciare il congresso di Peschiera, e la linea del Piave e la rivalsa, ed "i resti di quello che fu il più potente esercito del mondo stanno risalendo disordinatamente...". Bello, bello, bello.