Il ponte dei corvi. Diario di una deportata a Ravensbrück di Maria Massariello Arata edito da Ugo Mursia Editore
Alta reperibilità

Il ponte dei corvi. Diario di una deportata a Ravensbrück

Data di Pubblicazione:
17 febbraio 2016
EAN:

9788842533764

ISBN:

8842533769

Pagine:
158
Acquistabile con la

Descrizione Il ponte dei corvi. Diario di una deportata a Ravensbrück

L'autrice, figlia di un socialista perseguitato dal fascismo, partecipò alla Resistenza a Milano, svolgendo propaganda illegale e organizzando rifornimenti per i partigiani. Arrestata con il suo gruppo nel 1944, Maria fu condotta nel campo di prigionia di Bolzano e da qui deportata nel lager femminile di Ravensbruck, 80 km. a nord-est di Berlino, dove negli anni fra il 1939 e il 1945 passano circa 130.000 donne e fanciulli di 21 nazioni. In questo diario l'autrice racconta il lungo calvario di sofferenze, dal terribile viaggio verso la deportazione ai tragici mesi trascorsi nei lager, al rischioso ritorno in patria.

Spedizione GRATUITA sopra € 25
€ 15.48€ 16.30
Risparmi:€ 0.82(5%)
Disponibile in 1-2 giorni
servizio Prenota Ritiri su libro Il ponte dei corvi. Diario di una deportata a Ravensbrück
Prenota e ritira
Scegli il punto di consegna e ritira quando vuoi

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
5 di 5 su 1 recensione

Il ponte dei corvi.Di c. monica-4 luglio 2011

Tutto intorno alberi e prati, casette con tendine alle finestre e fiori sui davanzali, scenari favolosi, sono le residenze delle SS. Le residenze di questo Lager di sterminio invece sono solo baracche fatiscenti con tavolacci di legno, sono la fame il freddo le malattie le botte e le piazze dell'appello, dove passano stormi di corvi neri sulle teste dei reclusi in questa gabbia di morte. Corvi neri nel cielo, corvi neri nel campo armati e potenti, coloro che si riservano il diritto di vita e di morte sull'essere umano. La liberta' si avvicina, i nazisti scappano ma il Lager non allenta la sua morsa. Si deve liquidare la popolazione del campo in fretta, le selezioni, un ultimo pietoso saluto alle compagne che vanno a morire. E poi la liberazione, ma non si torna ancora a casa. Dalla speranza del rimpatrio, al desiderio di riabbraciare i propri cari, alla certezza di un'altra deportazione di nuovo verso l'ignoto. Si scappa, ci si nasconde, voglio tornare a casa, voglio ritornare essere umano e non piu' un numero, un pezzo di carne da macello.