La politica sociale della Repubblica di Venezia (1500-1620) di Brian Pullan edito da Il Veltro

La politica sociale della Repubblica di Venezia (1500-1620)

Editore:

Il Veltro

Traduttore:
Pavanini P.
Data di Pubblicazione:
1982
EAN:

9788885015166

ISBN:

8885015166

Pagine:
784
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Descrizione La politica sociale della Repubblica di Venezia (1500-1620)

L'opera di Brian S. Pullan reca un nuovo contributo alla comprensione della storia di Venezia, attraverso l'esame della politica governativa nei riguardi dei poveri, e l'analisi di talune istituzioni sociali, che annoveravano, tra i loro compiti statutari, la carità e l'assistenza ai poveri, ed erano gestite non solo dal patriziato, ma anche da appartenenti a classi sociali inferiori. Molte di tali istituzioni non limitavano la propria attività all'assistenza ai poveri, ma adempivano a numerosi altri compiti, d'ordine sociale, economico e fiscale.

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RECENSIONEDi T. FRANCO-28 luglio 2008

L'opera di Brian S. Pullan, illustre studioso inglese, professore emerito di Storia Moderna nell'Università di Manchester, giunta ora alla seconda edizione e che è stata edita in Gran Bretagna dalla Casa Editrice Basil Blackwell di Oxford con il titolo «Rich and Poor in Renaissance Venice. The Social Institution of a Catholic State, to 1620», reca un nuovo, rilevante ed originale contributo alla comprensione della storia di Venezia, attraverso l'esame della politica governativa nei riguardi dei poveri, e l'analisi di talune istituzioni sociali, che annoveravano, tra i loro compiti statutari, la carità e l'assistenza ai poveri, ed erano gestite non solo dal patriziato, ma anche da appartenenti a classi sociali inferiori. Molte di tali istituzioni non limitavano la propria attività all'assistenza ai poveri, ma adempivano a numerosi altri compiti, di ordine sociale, economico e fiscale. Solo collocando questi enti nel contesto globale della società veneziana, se ne possono comprendere e valutare appieno gli interventi a favore dei poveri. Uno studio rivolto ad analizzare, tra gli altri problemi, anche il problema della povertà, può gettare una certa luce su una questione che trascende l'ambito della storia della Repubblica di Venezia, e cioè come una società cattolica trattava i suoi poveri, nell'epoca della Riforma e della Controriforma. L'opera si articola in tre sezioni: la prima tratta delle Scuole Grandi, che ebbero origine nel XIII secolo, ma continuarono a vivere ed a trovare vasto seguito sino al XVI e XVII secolo, pur coesistendo con le nuove forme di organizzazione assistenziale, istituite a partire dalla metà del Quattrocento. Le scuole davano spazio, nella loro struttura, al compimento di tutte quelle opere di misericordia, tra cui anche il soccorso ai poveri e la fondazione di Ospedali, che la religiosità popolare riteneva concorressero alla salvezza dell'anima dei devoti. Un merito singolare attribuiva a queste associazioni Gasparo Contarini, all'inizio del Cinquecento: a suo giudizio, esse offrivano ai veneziani non nobili la possibilità di concretare le loro ambizioni, ricoprendo cariche onorifiche e trovando in tal modo una propria collocazione nella gerarchia sociale della città. Nella seconda e terza parte l'Autore esamina invece il rinnovamento dell'assistenza ai poveri, intervenuto a partire dalla metà del XV secolo, sino all'inizio del XVII, analizzando anche i principi sulla cui base tale rinnovamento si attuò. Si indagano dapprima soprattutto i progetti rivolti a controllare ed alleviare la povertà più estrema, e quindi più pericolosa, decifrando le motivazioni religiose, intellettuali ed economiche che ispirano il nuovo approccio al problema della povertà, fondato essenzialmente sulla disciplina e l'educazione del povero. Nel secondo volume, primo studio organico dedicato agli Ebrei veneziani ed ai Monti di Pietà, si analizza un'altra forma di assistenza altamente organizzata, sviluppatasi anch'essa dalla metà del XV secolo in poi, cioè quelle strutture istituite per offrire ai meno agiati crediti a basso tasso di interesse, così da permettere loro di uscire da crisi economiche momentanee, senza cadere nelle mani degli usurai, o finire nelle prigioni per debiti. In particolare lo studioso inglese si sofferma sulle origini del Ghetto, sulla politica della Repubblica verso gli Ebrei e sull'organizzazione economica di questa importante comunità. In ogni indagine concernente l'assistenza ai poveri in una società europea proto-moderna, vi sono alcune domande-base a cui interessa dare risposta. Innanzitutto si tratta di analizzare quali fossero i motivi che spingevano ad organizzare l'assistenza ai poveri; di capire in che misura tale assistenza fosse intesa come miglioramento sociale, e in che misura fosse invece rivolta al benessere spirituale sia del benefattore che del beneficiato. Quali modifiche occorsero nei metodi assistenziali nel periodo in esame? In che misura il soccorso ai poveri era controllato dal clero? In che misura era invece cura dei laici? Quale era la relazione intercorrente tra l'intervento statale e l'iniziativa privata? In che senso è possibile parlare di una politica sociale? A questa interessante problematica l'opera di Pullan offre risposte fondate sull'approfondita ricerca compiuta e su una documentazione mai prima d'ora raccolta ed esaminata. Franco Tagliarini