Pietà l'è morta di Massimo Ulivari edito da La Riflessione

Pietà l'è morta

Data di Pubblicazione:
2006
EAN:

9788890245466

ISBN:

8890245468

Pagine:
116
Formato:
brossura
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Trama Pietà l'è morta

Massimo Ulivari (Livorno 1961) vive e lavora da alcuni anni in Germania, a Wuppertal, dove ha conseguito il Dottorato di Ricerca in filosofia con una tesi sul pensiero di Platone e Heidegger, di prossima pubblicazione in questo paese. Alla collaborazione con articoli e recensioni per riviste di filosofia come "Il pensiero", "Teoria", "Studi kantiani" e "Magazzino di filosofia" ha associato la produzione letteraria con volumi di racconti: "Diario. Pagine postume di un anonimo cronista", 1996 (1° Premio Concorso Nazionale Città di Riparbella); "Le lettere di Sara. Resoconto ai margini della Fede", 1996; "Soliloqui. Racconti e prose semiserie", 1998 (1° Premio Concorso Nazionale Carnevale Viareggio). Questo è il suo primo romanzo.

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3 di 5 su 2 recensioni

per la ResistenzaDi u. massimo-18 febbraio 2010

Ci sono le stagioni, quando la terra a valle riposa muta e lascia il freddo che ti penetra nelle ossa, quando i rami degli alberi germogliano stiepiditi o sfrondano foglie cadenti al sole incerto; e poi d'improvviso ti trovi a correre sudando per un viottolo battuto dal sole, e raggiungi la riva del mare con l'azzurro che schiuma di sale. Ci sono gli anni della vita, pochi, rabbrividiti e malfermi; cadono dal calendario, scorrono sempre uguali, se non nei ricordi che appendi su alcune pareti o nel sogno di altri ricordi da appendere su quelle stesse pareti. Ma ci sono momenti in cui accade che il tempo si faccia esistenza, quando scopri che il tuo futuro è già da sempre nelle tue mani e solo le tue mani possono portarlo ad essere un presente vivente, e in questo vivere nel tempo esci allo scoperto, nasci ogni volta, più forte e più vero. Pietà l'è grave; morta è stato scritto nella convinzione che la lotta di liberazione partigiana rappresenti una delle esperienze storiche fondamentali del popolo italiano. Questo romanzo vuole essere il tentativo di stabilire un ponte generazionale, di mettere in dialogo quella esperienza con interrogativi esistenziali attuali. Il principale tema del romanzo è lo sviluppo del rapporto tra esperienza del combattimento ed esperienza d'amore. Non un romanzo d'amore 'ambientato' nel periodo della Resistenza, ma il significato esistenziale e storico di entrambe messo a confronto. Attorno a questo nucleo ruotano altre tematiche come il problema della violenza, il rapporto padre e figlio, il ruolo del clero nella nostra esistenza storica, l'ambiente naturale scoperto come elemento vitale. La narrazione, in terza persona ad eccezione della 'terza parte'-, è episodica e non cronologicamente lineare. I capitoli sono episodi, nei quali la scrittura a 'blocchi' vuole a sua volta narrare episodi negli episodi. L'arco di tempo effettivo della storia del romanzo racchiude gli ultimi 4 mesi del '03, ma è l'episodicità l'elemento rilevante, cosicché da un 'blocco' a un altro ci sono salti di mesi o di anni. E' lo sviluppo interno di una tematica ciò che fa la narrazione, non la scansione cronologica. L'epilogo del romanzo è tragico: l'esperienza di senso vissuta nell'amore e quella vissuta nel combattimento partigiano non si conciliano. Pietà l'è grave; morta è, oltre che una citazione, la cifra del XX secolo. Anche l'esperienza d'amore è senza pietà, ma la sua temporalità non sa divenire nuova legge della storia. L'autore

per la ResistenzaDi u. massimo-18 febbraio 2010

“Ci sono le stagioni, quando la terra a valle riposa muta e lascia il freddo che ti penetra nelle ossa, quando i rami degli alberi germogliano stiepiditi o sfrondano foglie cadenti al sole incerto; e poi d’improvviso ti trovi a correre sudando per un viottolo battuto dal sole, e raggiungi la riva del mare con l’azzurro che schiuma di sale. Ci sono gli anni della vita, pochi, rabbrividiti e malfermi; cadono dal calendario, scorrono sempre uguali, se non nei ricordi che appendi su alcune pareti o nel sogno di altri ricordi da appendere su quelle stesse pareti. Ma ci sono momenti in cui accade che il tempo si faccia esistenza, quando scopri che il tuo futuro è già da sempre nelle tue mani e solo le tue mani possono portarlo ad essere un presente vivente, e in questo vivere nel tempo esci allo scoperto, nasci ogni volta, più forte e più vero.” Pietà l'’è morta è stato scritto nella convinzione che la lotta di liberazione partigiana rappresenti una delle esperienze storiche fondamentali del popolo italiano. Questo romanzo vuole essere il tentativo di stabilire un ponte generazionale, di mettere in dialogo quella esperienza con interrogativi esistenziali attuali. Il principale tema del romanzo è lo sviluppo del rapporto tra esperienza del combattimento ed esperienza d’amore. Non un romanzo d’amore “ambientato” nel periodo della Resistenza, ma il significato esistenziale e storico di entrambe messo a confronto. Attorno a questo nucleo ruotano altre tematiche come il problema della violenza, il rapporto padre e figlio, il ruolo del clero nella nostra esistenza storica, l’ambiente naturale scoperto come elemento vitale. La narrazione, in terza persona – ad eccezione della “terza parte” -, è episodica e non cronologicamente lineare. I capitoli sono episodi, nei quali la scrittura “a blocchi” vuole a sua volta narrare episodi negli episodi. L’arco di tempo effettivo della storia del romanzo racchiude gli ultimi 4 mesi del ’43, ma è l'’episodicità l’elemento rilevante, cosicché da un “blocco” a un altro ci sono salti di mesi o di anni. E’ lo sviluppo interno di una tematica ciò che fa la narrazione, non la scansione cronologica. L’'epilogo del romanzo è tragico: l’esperienza di senso vissuta nell’amore e quella vissuta nel combattimento partigiano non si conciliano. Pietà l’'è morta è, oltre che una citazione, la cifra del XX secolo. Anche l’esperienza d’amore è senza pietà, ma la sua temporalità non sa divenire nuova legge della storia. L’'Autore