Perturbamento di Thomas Bernhard edito da Adelphi

Perturbamento

Editore:

Adelphi

Collana:
Fabula
Edizione:
4
A cura di:
E. Bernardi
Data di Pubblicazione:
21 marzo 1988
EAN:

9788845902819

ISBN:

8845902811

Pagine:
240
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4 di 5 su 2 recensioni

PerturbamentoDi v. Federico-4 agosto 2011

Letto alla sua uscita in italiano, nel '95, mi aveva impressionato. Riletto quindici anni dopo, devo abbassare il voto. Questo libro in particolare mi ha lasciato per anni un ricordo di paesaggi inesistenti: una gola, rumorosa e buia, nella quale si svolgeva la scena. In realtà (2011) la gola è sottostante al castello e noi camminiamo accompagnando il Principe in un soliloquio folle e inconcludente, filosofico e tremendamente inutile. Mentre la prima parte ci presenta, come suggerisce Bernardi nella postfazione, personaggi memorabili ed è bellissimo figurarsi tutto questo in una Stiria verde, desolata, piena della follia dei consanguinei e degli ignoranti, in case sparse lontane dalla civiltà e dal passaggio del tempo - la seconda rappresenta un lungo monologo, con scrittura ad aforismi, che andrebbe a capo dopo ogni punto perchè dopo ogni punto spesso il discorso è differente. Ma Bernhard non va a capo. Un senso di fastidio, questo narrare senza logica, con frasi e pensieri che non ammettono repliche. Un senso di malessere, l'incastro di queste vite miserrime e solitario in villaggi pittoreschi e panorami naturalistici. L'ambiente da cartolina abitato da personaggi così romanticamente desolati ha lo stesso effetto delle riprese alla luce del sole della Notte dei morti viventi' : sgradevoli e disorientanti. Non trovo, non riesco a trovare invece l'umorismo spesso citato da saggi commentatori, che forse scavano zone che non leggo e non sento. Un libro di misoginia, misantropia, malattia: tutte le peculiarità del carattere dello scrittore che realizza, come seconda prova, un opera davvero disturbante,

PerturbamentoDi M. Carlo-14 maggio 2011

Scrittura ridondante e assolutamente elusiva. Nella narrazione e nell'implacabile soliloquio si arriva ed esiti d'assoluto nichilismo, anche nella forma, nell'incedere espositivo; ogni aspetto della condizione umana è travolto da giudizi catastrofici e devastanti; solo noia, ferocia, violenza, meschinità, figure grottesche e deformi; un perenne disgusto travolge l'"umana deficienza" e "l'onanismo della disperazione". Un libro che maltratta le nostre abitudini di lettura più consolidate, ogni condizione di piacevolezza, di riposante lettura, la più riposta e personale coazione a ripetere, anche nelle cosiddette belle lettere. Un libro altamente perturbante. Un libro che appena finito vi farà uscir di casa, strisciando sotto la porta...