Recensioni degli utenti
Pericle il Nero-16 maggio 2012
Pericle il Nero è un romanzo abbastanza grottesco, non solo per la caratterizzazione del protagonista, che sembra un po' far parte e un po' vittima di un sistema che ad un certo punto lo travolge, ma per la descrizione di un mondo che sorprende e lascia attoniti. In complesso è un buon romanzo, sebbene leggero, che dimostra la versatilità dello stile di Ferrandino.
Crudo ma scritto bene-24 aprile 2012
Romanzo leggero (debole nella trama, specie dalla seconda metà) , grottesco, che ci mostra realisticamente, ma in maniera divertente, la camorra nella realtà contemporanea. Pericle é un personaggio di scarso carisma personale; allo scrittore va il merito di averlo reso un interessante protagonista letterario. E' davvero una persona di basse passioni questo Pericle, ma ci si ritrova a parteggiare per lui anche in attimi in cui l'etica lo vorrebbe condannato eo condannabile.
Consigliabile-29 marzo 2012
Si potrebbe forse chiamare un romanzo giallo napoletano questo. E' la storia di un faccendiere, brutto, un po' deforme e un po' stupido, che di lavoro sodomizza, avete capito bene, la gente per conto della camorra. Ne combina una di troppo e prima di ricomporre fortunosamente a posto le sue cose, gira un po' per la penisola. Il parlare dialettale e ignorante, i pensieri un po' stupidi di Pericle divertono e si fanno leggere tutti piacevolmente.
Il capolavoro non a fumetti di Ferrandino-10 marzo 2012
Sorta di pulp partenopeo raccontato in prima persona. L'animalesca "persona" dello scagnozzo di Don Luigino, detto Pizza, si racconta in una storia di profondo disagio sociale (la camorra questo è) alleggerita dal dialetto napoletano "italianizzato" per consentire a chiunque di assaporarne il breve contenuto.
Pericle il Nero-4 agosto 2011
Bello questa specie di noir napoletano, ricorda alla lontana De Giovanni. Tanta malinconia o qualche sentimento analogo. Si sente subito che Ferrandino viene dal fumetto, ed il racconto scorre come una sceneggiatura dove mancano solo i quadri per darne il contesto giusto. Si sente inoltre che il racconto ha più di dieci anni. Ma detto questo, non sono d'accordo con la critica che ne parlò si bene, ma come un racconto esile. Certo non ha una trama spessa, ma seguiamo la parabola di Pericle, camorrista usato per "convincere". I giochi e i giochetti con i piccoli e grandi truffatori del sottobosco napoletano. Lo sgarro che lo mette in periclo (sarebbe pericolo, ma non potevo esimermi dal gioco di parole) , e dice di sparire. Forse attraverso il sesso troverà anche un amore (giustamente lasciato all'immaginazione del lettore) . Quello che viene fuori è invece il percorso verso il riacquistare dell'umanità, uscendo dal torbido gioco dei vicoli napoletani, per arrivare, sulle sponde dell'Adriatico, a ritrovarsi riuscendo a rifiutare le regole del suo vecchio mondo. A me è piaciuto, proprio per questo andare un po' svagato, trovandosi, quasi senza saperlo, lì dove altri arrivano con percorsi tormentati e duri. Bello infine l'uso della lingua napoletana, presente ma misurata (e da un ischitano non ci si aspettava di meno) .
Pericle il Nero-18 aprile 2011
Mah, può essere definito un buon giallo tutto sommato, ma non mi convince molto. Un discreto libro dal quale mi aspettavo tuttavia di più: non tanto un noir napoletano con qualche suggestione sociale o filosofica, quanto una agrodolce e un po' inconcludente rassegna di tipi umani, a tratti ammiccanti, a tratti bozzettistici.