Perché ancora destra e sinistra di Carlo Galli edito da Laterza
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Perché ancora destra e sinistra

Editore:

Laterza

Data di Pubblicazione:
5 settembre 2013
EAN:

9788858108840

ISBN:

8858108841

Formato:
brossura
Argomento:
Struttura e processi politici
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Perché ancora destra e sinistra

"Carlo Galli non usa certo mezzi termini. E in questo densissimo, prezioso testo prende apertamente posizione sulla 'vexata quaestio' della sopravvivenza o meno della coppia antitetica destra-sinistra. Seppur vulnerate dalla radicale trasformazione dello spazio politico, minacciate dagli effetti epocali della globalizzazione e della crisi dello Stato-nazione, difficili da riconoscere nella prassi politica quotidiana, tuttavia quelle categorie conservano ancora efficacia e significato." (Marco Revelli, "Tuttolibri")

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4 di 5 su 2 recensioni

Destra e SinistraDi B. Roldano-25 marzo 2018

Perché ancora destra e sinistra di Carlo Galli per la Laterza propone un problema importante, che tuttavia non affronta compiutamente. La differenza tra tali due categorie consiste esattamente nel fatto che la Destra è contro la democrazia, e la Sinistra è per la democrazia. Poiché la democrazia non è altro che una trappola per stolti, il suo mito può servire: o per fondare regimi plutocratici (detti liberaldemocratici) o per fondare regimi comunisti.

Perché ancora destra e sinistra?Di R. Mario-12 luglio 2011

Bisogna superare il grosso scoglio di un linguaggio davvero molto accademico e i concetti che esprime sono ben lontani dalla limpida chiarezza di "Destra e sinistra" di Norberto Bobbio il quale, con parole piane e comprensibili, ci aveva spiegato che la distinzione tra destra e sinistra riguarda fondamentalmente il diverso atteggiamento verso l'idea di uguaglianza: la sinistra ritiene che si debba trovare il modo di attenuare le disuguaglianze tra gli uomini mentre la destra è convinta che le disuguaglianze non siano eliminabili. Comunque uno spunto interessante il libro ce lo offre a pag. 70 e seguenti con un'analisi che mi è parsa originale del fenomeno incarnato da Silvio Berlusconi "singolare esempio di affabulazione carismatica e di populismo televisivo".