La pelle di Curzio Malaparte edito da Adelphi

La pelle

Editore:

Adelphi

Collana:
Gli Adelphi
A cura di:
C. Guagni , G. Pinotti
Data di Pubblicazione:
15 ottobre 2015
EAN:

9788845930379

ISBN:

8845930378

Pagine:
379
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama La pelle

Una terribile peste dilaga a Napoli dal giorno in cui, nell'ottobre del 1943, gli eserciti alleati vi sono entrati come liberatori: una peste che corrompe non il corpo ma l'anima, spingendo le donne a vendersi e gli uomini a calpestare il rispetto di sé. Trasformata in un inferno di abiezione, la città offre visioni di un osceno, straziante orrore: la peste - è questa l'indicibile verità - è nella mano pietosa e fraterna dei liberatori, nella loro incapacità di scorgere le forze misteriose e oscure che a Napoli governano gli uomini e i fatti della vita, nella loro convinzione che un popolo vinto non possa che essere un popolo di colpevoli. Null'altro rimane allora se non la lotta per salvare la pelle: non l'anima, come un tempo, o l'onore, la libertà, la giustizia, ma la "schifosa pelle". Come ha scritto Milan Kundera, nella "Pelle" Malaparte "con le sue parole fa male a se stesso e agli altri; chi parla è un uomo che soffre. Non uno scrittore impegnato. Un poeta".

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 3 recensioni

Napoli e gli AlleatiDi m. giancarlo-2 luglio 2022

Esattamente dopo un anno torno a leggere il bravo Malaparte, ora a Napoli e non in giro per l'Europa come con Kaputt. Il libro e' senza dubbio interessante con i suoi crudi ed estrosi aneddoti. Un autore particolare, ottimo narratore.

Da leggere e meditareDi D. Rosario-14 marzo 2018

Perché Malaparte non è entrato nella cultura popolare italiana e rimane ancora oggi confinato a una élite ristretta? La pelle racconta, fra realtà e finzione, la Napoli liberata dagli alleati, dove avvengono le peggiori corruzioni dell'animo umano per istinto di sopravvivenza. Realtà e finzione si diceva, ma dove finisce la prima e inizia la seconda?

Nell'inferno di Napoli e della guerraDi T. Alessandro-4 ottobre 2010

Romanzo del 1949, può ancora esser letto come un vero e proprio capolavoro, se lo si sgrava della necessità d’esser testimonianza dell’inferno. La descrittività malapartiana, infatti, avviene pertratti digrossati, per scorci anneriti ad ulteriore, sovente per grottesca ostentazione della carne, del sangue, del lurido. In tal senso appare opera cartacea caravaggesca, come ben sa Marco Baliani, che l’ha reso meravigliosamente a teatro per quadri diversi e reiterati. Io lo consiglio vivamente: c’è Napoli, la guerra, la follia ch’essa porta in dote. Soprattutto c’è l’uomo, immerso nella corruzione, nella peste, nell’umiliazione ora più evidente, ora più celata. Leggerlo, dunque, per scoprire il capolavoro di un autore discusso. Ma di pregio certo.