La pazienza della pietra

Cinque lunghi racconti, monologhi che abbracciano un arco di tempo di meno di un giorno e conducono tutti, prima o poi, ad una persona amata, morta sei anni prima, al vuoto incolmabile che questa ha lasciato nei congiunti. Il contesto del romanzo, ambientato all'inizio degli anni Ottanta, è una cittadina, non precisata, nel nord di Israele, abitata da persone, per lo più immigrate, di modesta condizione socio-economica, bersagliata ogni giorno dai razzi katiuscia, sparati dal Libano. La persona amata è- Massud, capo della famiglia Dadun, immigrata dal Marocco, noto a tutti come il re dei falafel, morto all'improvviso nel suo chiosco, forse a seguito di shock anafilattico per la puntura di un'ape. La moglie, Simona, i figli Itzik e Dudi, Kobi -il maggiore-, la figlia diciassettenne Etti, ciascuno secondo la propria sensibilità, ci parlano di lui e ce lo rendono vivo, palpabile. Un libro/universo, lieve e profondo, di grande impatto emotivo. Mara Marantonio »