Il patriziato veneziano. La realtà contro il mito
- Editore:
Il Veltro
- A cura di:
- V. Cappelletti , F. Tagliarini
- Traduttore:
- Pavanini P.
- Data di Pubblicazione:
- 1987
- EAN:
9788885015289
- ISBN:
888501528X
- Pagine:
- 496
Descrizione Il patriziato veneziano. La realtà contro il mito
L'aspetto mitico del patriziato veneziano è stato spesso caratterizzato da luoghi comuni e da verità parziali. Donald E. Queller, professore di storia all'University of Illinois, intende contestare, basandosi su una documentazione d'archivio e sulle testimonianze dei diaristi del tardo Quattrocento e del primo Cinquecento, l'una e le altre relative ai reati civici commessi dai nobili, la visione di un patriziato veneziano dotato di un patriottismo, di spirito di sacrificio, di responsabilità e disinteresse assoluti. Tuttavia, non è un quadro ingenuamente iconoclasta quello che risulta dalla lettura del libro, ma che, individualmente, considerava in modo prioritario le necessità proprie e quelle della propria famiglia.
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RECENSIONE-31 luglio 2008
L'aspetto mitico del patriziato veneziano è stato molte volte presentato, ed è stato spesso caratterizzato da luoghi comuni e da verità parziali. Questo volume di Donald E. Queller, professore di storia all'University of Illinois - volume uscito nelle prestigiose edizioni dell'University of Illinois Press (Urbana e Chicago, USA) - intende contestare, basandosi su una documentazione d'archivio costituita dalla legislazione del Maggior Consiglio, del Senato e dei Dieci, e dalle testimonianze dei diaristi del tardo Quattrocento e del primo Cinquecento, l'una e le altre relative ai reati civici commessi dai nobili, la visione di un patriziato veneziano dotato di un patriottismo straordinario, di spirito di sacrificio, di responsabilità, dignità e disinteresse assoluti. Tuttavia, non è un quadro ingenuamente iconoclasta quello che risulta dalla lettura dei densi capitoli del libro, ma un profilo realistico della classe dirigente veneziana che, come organismo, credeva nell'ideale del dovere nei confronti dello Stato, ma che, individualmente, considerava, secondo l'Autore, in modo prioritario le necessità proprie e quelle della propria famiglia. I limiti cronologici del libro vanno approssimativamente dalla costituzione del patriziato come casta chiusa, con qualche sguardo all'indietro, sino alla battaglia di Agnadello, nel 1509. La ragione di questo terminus a quo è che fu quella l'epoca in cui il patriziato veneziano nacque o, piuttosto, andò formandosi nel corso della generazione successiva. La ragione che ha determinato il terminus ad quem è la generale accettazione del fatto che nel sedicesimo secolo ebbe inizio la decadenza del patriziato veneziano. Decadenza che proseguì per tutta la storia successiva della Repubblica di Venezia. Gli studiosi ritenevano un tempo che ciò fosse prodotto della depressione economica conseguente alla scoperta delle rotte del Capo e del Nuovo Mondo, e dal trauma della guerra della Lega di Cambrai. Si è invece appreso in seguito che il Cinquecento a Venezia non fu un periodo di depressione, ma di notevole prosperità. Se la nobiltà cinquecentesca fu davvero decadente, e se questa deviazione non può essere ascritta ad una causa peculiare all'epoca, è da chiedersi, secondo l'Autore, se questi patrizi del Cinquecento fossero tanto diversi dai loro predecessori. E la tesi dell'Autore è che essi diversi non erano, che vi sono ampie testimonianze del fatto che i nobili del Quattrocento erano generalmente guidati dall'interesse personale tanto quanto quelli del secolo successivo, e quanto la maggior parte degli uomini. La tesi di Donald Queller ha anche il merito di prospettare una visione del patriziato in termini più umani, e di prendere in considerazione l'esistenza dei nobili poveri. E' infatti da tenere presente che solo pochi fra i patrizi facevano parte dell'élite da cui provenivano dogi, consiglieri dogali, Savi grandi e membri del Maggior Consiglio. Il declino commerciale del XV secolo esasperò le difficoltà di quanti non erano ricchi, ed in quel periodo più lampanti divennero, sotto la pressione della povertà diffusa tra i nobili, le prove di irresponsabilità civile. Dietro quello che può sembrare un attacco diretto al mito del patriziato veneziano, non c'è da parte dell'Autore alcun compiacimento, bensì l'intento di evidenziare una realtà complessa e più adeguata, forse anche più ambigua, come sempre è la realtà umana. La traduzione italiana di questo interessante ed originale volume esce quasi contemporaneamente all'edizione originale. «Il Veltro Editrice» ha inteso, anche con questa iniziativa, perseguire ancora la propria precipua finalità, che è quella di far conoscere agli studiosi italiani le opere più significative di studiosi stranieri sulla storia della Repubblica di Venezia. Franco Tagliarini