Parlare da soli

Parlare da soli è il titolo di un romanzo dello scrittore argentino Andrès Neuman. E’ il racconto di un viaggio, fisico e spirituale, che i tre protagonisti compiono. Lito è un ragazzino che ha da poco compiuto dieci anni. Il suo sogno è quello di fare il camionista. E’ un bambino spaesato, ma caratterizzato dalla curiosità tipica dei bambini della sua età. Non possiede ancora la capacità e la maturità per comprendere fino in fondo il mondo e ciò che gli sta accadendo, ma è un ragazzino intelligente e in grado di comprendere la tragicità degli eventi. Suo padre si chiama Mario, ed è gravemente malato. E’ tormentato nel corpo e nella mente. E’ consapevole della sua situazione, sa che gli resta ancora poco tempo da trascorrere assieme al figlio e alla moglie. Vorrebbe lasciare loro il meglio di sé, vorrebbe che loro fossero felici anche dopo la sua morte. Elena cerca di affrontare il dolore per l’imminente perdita del marito. Trova nella letteratura e nell’amore la forza necessaria per superare il tragico evento. Nonostante lo strazio, lei è ancora capace di amare, di provare sentimenti ed emozioni, di trovare, tra le pagine dei libri, un insieme di dolore esistenziale e di speranza. La loro storia si sviluppa attraverso i loro monologhi interiori, in un alternarsi di voci che, sommandosi, vanno a costituire la trama del libro. C’è molta umanità tra le pagine di Parlare da soli, un romanzo in cui Andrès Neuman racconta l’infanzia e la morte, l’amore e il dolore.