La palude degli eroi di Marco Salvador edito da Piemme

La palude degli eroi

Editore:

Piemme

Data di Pubblicazione:
3 febbraio 2009
EAN:

9788856601497

ISBN:

8856601494

Pagine:
501
Formato:
brossura
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Trama La palude degli eroi

Treviso, 1259. La città è stretta nella morsa della calura, l'aria stagnante toglie il fiato. Ezzelino da Romano siede severo sullo scranno, il viso impassibile e lo sguardo impenetrabile bastano a identificarlo come podestà senza che inutili orpelli ricoprano il corpo ormai consumato da mille battaglie. Di fronte a lui, insieme a una folla muta e sbigottita, la forca. È quello il destino dei venticinque sudditi che hanno scelto di parteggiare per il Papa e che hanno tradito lui, il loro padrone. Mai nella sua vita Ezzelino ha mostrato debolezza o indecisione di fronte al nemico, e i colpevoli devono morire. Ma quei pochi nobili, impauriti e quasi inconsapevoli della propria sorte, non sono che una goccia nell'oceano dei suoi avversari. Perché il Pontefice sta schierando le truppe contro di lui, per annientare l'ultimo baluardo dell'Impero, per uccidere l'Anticristo e la sua stirpe. Ancora una volta Ezzelino sarà costretto a combattere in quell'impasto di dolore ed esaltazione che è la guerra, ma questa sarà la sua ultima battaglia.

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4 di 5 su 4 recensioni

Bel romanzo di un bravo autoreDi M. Roberto-6 luglio 2011

Marco Salvador, riesce a tessere il filo di una storia verosimile intrecciata a vicende reali, partendo dall'ultimo periodo di potere degli Ezzelino e passando per il potere della chiesa di Aquileia. Viene posta molta attenzione ai particolari, per renderla conforme all'ambientazione medievale, ma da un ricercatore storico come Salvador, non ci si poteva aspettare altro. Bello.

I Da RomanoDi c. francesca-7 ottobre 2010

Marco Salvador è uno dei migliori scrittori contemporanei. Perfetta la ricostruzione storica dell'Italia del nord del XIII secolo, e originale la sua tecnica narrativa.

Come fare della propria vita un'opera d'arteDi c. francesca-28 settembre 2010

Brillante romanzo storico. Perfetta la ricostruione dell'Italia del XIII secolo fatta da Marco Salvador,che ritengo uno dei migliori scrittori contemporanei. Salvador ci trascina in un vortice di amore, di odio e di guerra. L'impianto narrativo è molto originale, il protagonista narra infatti i momenti della propria vita come fossero le parti di un affresco. E' un libro molto bello sia sotto l'aspetto narrativo che stilistico.

Un romanzo storico stupendoDi M. Renzo-21 aprile 2009

In questo romanzo Salvador ci parla dei da Romano, quella famiglia che raggiunse l'apice della sua fama e fortuna con il condottiero Ezzelino, validamente coadiuvato dal fratello Alberico, ma la figura di questo personaggio, conosciuto, a torto o a ragione, come un sanguinario scompare quasi subito nella narrazione, poiché muore dopo la sconfitta subita a Cassano d'Adda per le gravi ferite riportate. Il fulcro invece di tutta la narrazione è costituito da uno straordinario personaggio, Guido da Romano, figlio adottivo di Alberico e figlio naturale di Ezzelino. Non intendo raccontare la trama, che presenta in 501 pagine tanti fatti e accadimenti, una vera "summa" di questo protagonista, ultimo rimasto dei da Romano dopo la crudele esecuzione da parte dei papisti di Alberico e dell'intera sua famiglia. Non ci sarebbe infatti abbastanza spazio per una sintesi logica, né è mia intenzione privare il lettore di scoprire pagina dopo pagina il succedersi degli eventi. Preferisco quindi scrivere di quello che ha suscitato in me questo romanzo, delle impressioni che ne ho ritratto, dell'emozione di cui è riuscito a pervadermi. Ci troviamo davanti a una vera e propria opera d'arte, abbastanza fedele storicamente, e con tutta una serie di ceselli, che vanno dalla descrizione dei costumi per arrivare perfino alle abitudini alimentari, inseriti con abilità in modo non solo da soddisfare la curiosità, ma da consentire al lettore di immergersi progressivamente in un'epoca. Fra l'altro, questo risultato è ottenuto in modo mai greve, tanto che il romanzo, se non fosse per la sua notevole lunghezza, si leggerebbe tutto d'un fiato. Avevo già notato questa capacità di Salvador di avvincere in occasione della lettura del suo ciclo sui longobardi, ma in questo lavoro si è veramente superato, al punto che si ha l'impressione di essere presenti nella vicenda, come spettatori estasiati di un torneo o pavidi testimoni di una battaglia, di cui si ode lo scontro delle armi, si avverte il senso di paura e di follia che anima i contendenti e, perfino, sembra di fiutare l'odore dolciastro del sangue che inzuppa il terreno. Ma questo, che pur è molto, non è nulla in confronto con la capacità di Salvador di rendere dinamiche le scene, così che si vedono i cavalli galoppare, giungere a contatto con quelli degli avversari, con campi lunghi e altri più ristretti, cogliendo particolari essenziali, proprio come in una pellicola cinematografica. Adesso, quindi, potete capire il perché questo romanzo risulti particolarmente avvincente e il coinvolgimento è totale, nel senso che ci si dimentica di stare comodamente seduti su una poltrona, ma ci si vede accanto a Guido a duellare, oppure ad ascoltarlo quando si dichiara alla bella e umile Aurora. E questo alternarsi di scene cruente, di supplizi dolorosi, con immagini elegiache della campagna trevigiana, con stacchi incisivi su personaggi minori, che però sono funzionali al racconto, consente di trarre respiro, permette al lettore di abbassare il ritmo, pause indispensabili in una trama che galoppa come un cavallo selvaggio. Non posso anche dimenticare l'abile caratterizzazione dei protagonisti, nessuno tutto buono o tutto cattivo, ma uomini con pregi e difetti, sia fra gli alleati di Guido che fra i suoi nemici. Se la figura di Ezzelino da Romano viene un po' rivalutata, nel senso che la sua ferocia non era dissimile da quella dei potenti della sua epoca, un trattamento particolare viene riservato alla Chiesa di Roma, intrigante, superba, prepotente e sempre pronta a incrementare i suoi possedimenti. Per fortuna, però, esistono anche umili preti, che con il loro esempio, la loro fede e umanità consentono che una religione non venga identificata con la sua struttura politico-amministrativa; nel romanzo ne troviamo, ancore di salvezza in un mondo di lupi che si sbranano e in cui i potenti, come oggi, decidono delle sorti degli altri uomini. Non mancano quindi anche motivi di riflessione che finiranno con l'emergere una volta ultimata la lettura, toccando argomenti che credevamo antichi e che invece sono ancora del tutto in corso. Questo è un altro dei pregi di questo lavoro ed è giusto sottolinearlo, perché la narrazione non è fine a se stessa e così riesce a coniugare la spettacolarità con la sostanza, compito questo in cui mi sembra che Salvador sia riuscito assai bene. La palude degli eroi è un'opera d'arte, un romanzo di rara grande bellezza che vi consiglio di leggere, sicuro che alla fine rimarrete stupiti e soddisfatti.