Padiglione cancro. Ediz. integrale di Aleksandr Solzenicyn edito da Newton Compton

Padiglione cancro. Ediz. integrale

Traduttore:
Spano C.
Data di Pubblicazione:
27 maggio 2010
EAN:

9788854119345

ISBN:

8854119342

Pagine:
384
Formato:
brossura
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Trama Padiglione cancro. Ediz. integrale

Il romanzo provocò nel 1967 la irrimediabile frattura tra lo scrittore e le autorità sovietiche. Nel reparto oncologico dell'ospedale di una città dell'Asia centrale si incontrano, senza riuscire a entrare in comunicazione, donne e uomini che hanno alle spalle esistenze diverse. L'incombere della malattia e della morte li costringe a fare il bilancio della propria vita, ma anche a confrontarsi con la spada di Damocle del fato. Il valore dei singoli si misurerà sulla base della loro capacità di far tesoro dell'esperienza della vita e della sofferenza e di riuscire a trasferire nel mondo esterno le riflessioni avviate in quella corsia d'ospedale.

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5 di 5 su 3 recensioni

Padiglione cancroDi C. Lisa-20 novembre 2010

Un libro sconvolgente ed emozionante che ci porta dentro le disperazioni e le speranze dei malati di cancro. Forte e perfetto nella sua narrazione.

take me homeDi f. livio-10 agosto 2010

All’interno di una struttura relativamente semplice, questo romanzo di uno dei più grandi scrittori russi accompagna il lettore attraverso lo svolgimento di una storia che comprende ed evidenzia l’evolversi di almeno tre livelli paralleli: la psicologia individuale, le dinamiche delle comunità, i cardini della società sovietica. Il tutto condito da colpi di scena e momenti di rara sensibilità. Un capolavoro da tutti i punti di vista.

Un romanzo grandiosoDi d. luigi-24 luglio 2010

"Padiglione cancro" di Aleksandr Solzenicyn, pubblicato nel 1967, è un romanzo grandioso, edificante, appassionato, traboccante di verità e di vita vissuta, che è costato all’autore (premio Nobel per la letteratura nel 1970) l’ostilità delle autorità sovietiche, culminata, alcuni anni, dopo nell’esilio forzato. Il romanzo è, per un verso, corale, imperniato (mediante il sapiente uso del discorso indiretto libero) sulle singole vite dei personaggi di una corsia della divisione medica riservata alla cura di pazienti affetti da patologie tumorali, come quella dell’irreggimentato e bieco Rusanov, del cinico Efrem, dell’ingenuo studente Demka, della inquieta dottoressa Gangart, dell’enigmatico Sulubin; per l’altro la storia è focalizzata sul personaggio di Olég Kostoglotov (alter ego di Solzenicyn, di cui condivide l’internamento in un gulag, il confino nonché il ricovero ospedaliero per l’insorgenza di un tumore, poi superato). Il cancro è il fil rouge che unisce tutte le esistenze degli attori della storia, sottoponendoli ad un esame di riflessione sulla propria vita e sul senso di essa, attraverso la quale alcuni – è il caso di Kostoglotov – modificano le proprie convinzioni e gli orizzonti esistenziali, altri rimangono saldamente ancorati ai loro schemi mentali e sociali. Sullo sfondo dell’intreccio narrativo Solzenicyn colloca la società sovietica degli anni ‘50, oscurantista e spietata, fondata sul culto di Stalin, ma già proiettata verso un parziale cambiamento. Attraverso i discorsi e le riflessioni di Kostoglotov e degli altri personaggi vengono affrontati temi universali come la dignità e il diritto del malato alla conoscenza dei trattamenti medici cui viene sottoposto; la scelta fra il dovere etico di affermare la verità nonché la ribellione alle ingiustizie del sistema politico e sociale e, dall’altro lato, l’accettazione delle sue regole e l’omertà, fino alla delazione; la passione carnale fra un uomo e una donna e la condivisione esclusivamente sentimentale di una tale relazione; il valore di un’esistenza condotta con semplicità di contro ad una vita orientata al benessere materiale e all’ascesa sociale. Su tutta la storia troneggia come una divinità sinistra la Morte, sorniona oppure fulminante, che ha il volto del cancro; ora essa sembra allontanarsi dall’orizzonte dell’esistenza del personaggio e graziarlo, ora si scaglia a un palmo da esso, sulla pelle del vicino di letto. Il cancro – per usare le parole che Kostoglotov scrive nella lettera di commiato alla donna con la quale poteva rifarsi una vita – è un serpente: “Lei, io e nel mezzo questo: un serpente grigio, decrepito, ma in continua crescita”.