L' opera galleggiante di John Barth edito da Minimum Fax

L' opera galleggiante

Editore:

Minimum Fax

Traduttore:
Furst H., Testa M.
Data di Pubblicazione:
14 settembre 2012
EAN:

9788887765793

ISBN:

8887765790

Pagine:
329
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Trama L' opera galleggiante

La mattina del 21 giugno 1937 Todd Andrews (un'avviatissima carriera di avvocato, una sobria vita borghese in una cittadina di mare del New England, un improbabile menage a trois con l'amico Harrison, erede di un impero dei sottaceti, e la graziosissima moglie di lui) si sveglia, si alza dal letto e guardandosi allo specchio scopre che la risposta a ogni suo problema è il suicidio. Vent'anni dopo, ancora vivo, racconta al lettore gli sviluppi di quella fatale giornata. Pubblicato originariamente nel 1956 e rivisto dallo stesso autore nel 1967, il romanzo è considerato da molti il capolavoro di John Barth, in cui si fondono spirito nichilista, humour nero e critica di costume.

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5 di 5 su 1 recensione

Il meglio di BarthDi F. Annapaola-31 luglio 2010

Atroce dilemma dai connotati inquietanti e marzulliani. La giovanile scrittura di Barth( circa 24 enne durante la febbrile stesura) è scoppiettante ed ottima, pur considerando che va messa in conto una serie affastellante di debiti e crediti pynchoniani e wallaciani e chi puo' ne ha più ne am- metta, con grande spregio e ad onta di cronologie anagrafiche, il salto letterario/temporale in avanti e indietro è stato degno di un fantascientifico polpettone, fortuna che l'arguzia schizofrenica di Barth mi rifornisce di un ottimo paracadute. Barth razzola beato e grufolante grondando fanghiglia luminescente in un post modernismo privo di eccessive lusinghe o salamelecchi espressivi , cullandosi beffardo e cialtrone in una ardita rappresentazione/cocktail di sperimentazioni linguistiche-parolaio-figurative , la sua causticità è fluente e al contempo affaticante, come il più ardimentoso dei free jazz. Strabiliante constatare che conservi , pur nella foga giovanile linguistica , nella felice favella da delirium tremens, una limpidezza smaltata vorticosa e passaggi memorabili oltre a un fervido soffermarsi in tappe quasi da letteratura "classica". La genialità della trama e il suo relativo svolgimento apparentemente scanzonato (i germi del salvifico cinismo son già tutti inoculati ) sono tuttavia di una potenza tale da lasciare senza fiato fino alla fine (salvo alcuni passaggi volutamente eccessivi nel dettaglio e nella ricostruzione di particolari tendenti all'insignificante , che sembrano appesantire l'opera, di cui ovviamente, a rifletterci bene, Barth ci spinge a non farne assolutamente a meno, anzi a dolerci se quelle fasi catatoniche lascino il posto ad altre "efficienti") Ecco, Barth è così abile da aggrovigliarti le meninigi, spostarti la prospettiva mascellare, insinuato come un virus senza copertura ad ampio spettro, tossisci ogni sua parola , ogni sua delirante trovata, e tiri su col naso, respirandolo, mira a soffocarti, eppure a condurti di fronte ad angolazioni ed inclinazioni impreviste e ricche di ossigeno. Indi, ad onta ed oltre il logico turbamento per il deja vu( o scritto) di chi ha masticato con gioia Pynchon (in fin dei conti son quasi coetanei-sette anni appena di differenza e hanno iniziato a pubblicare nella medesima fascia di età), posso dire che il senso di precarietà e il fluttuare navigante (battello ed esistenza ugualmente avvinti da un similar dondolio) di ogni singola pagina , rendano l'Opera galleggiante e il suo bizzarro autore un irrinunciabile godimento .