Omosessuali di destra di Marco Fraquelli edito da Rubbettino

Omosessuali di destra

Editore:

Rubbettino

Data di Pubblicazione:
12 giugno 2007
EAN:

9788849818260

ISBN:

8849818262

Formato:
brossura
Argomento:
Studi su gay e lesbiche
Acquistabile con la

Descrizione Omosessuali di destra

Si può essere omosessuali di destra? È quanto ha voluto indagare Marco Fraquelli in questo excursus storico alla scoperta di personalità omosessuali appartenenti al mondo della Destra, dall'epopea nazionalsocialista (con incursioni anche in epoche precedenti, dal Neoclassicismo alla Germania di Weimar) ai nostri giorni. Non un libro sull'omosessualità o sugli omosessuali, come precisa l'autore, ma un insieme di ritratti di grande efficacia e il racconto di avvenimenti storici che mettono in rilievo le contraddizioni di una cultura e di una ideologia che, pure impregnate di omofobia e di "machismo", presentano al loro interno molte ambiguità di natura sessuale. Accanto alle figure più note, come il braccio destro di Hitler, Ernst Rohm, e alle "icone" come Brasillach e Mishima, e a episodi altrettanto famosi, come la "Notte dei lunghi coltelli" o l'impresa fiumana di D'Annunzio, l'autore propone altre figure meno note, ma molto rappresentative della Destra estrema, anche postbellica, dal negazionista Michel Caignet, leader neofascista francese, editore di riviste gay, a Michael Kùhnen, incontrastato leader del neonazismo tedesco tra gli anni '70 e '80 del '900, morto di Aids nel 1991.

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 12.00

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
3 di 5 su 1 recensione

Omosessuali di destraDi B. ugo-8 ottobre 2010

Il livello culturale della destra italica si compendia nelle spiritosaggini di lana grossa che da quelle sponde accolse l'uscita di questo saggio: se non erro fu Marcello Veneziani l'autore della battuta "Fraquelli, fra-quelli", come a dire che se scrive di froci è frocio anche lui. Amen. Per certa gente l'omofobia è un riflesso pavloviano. I difetti del libro stanno nella prosa sciatta (e poi Fraquelli va a capo ogni due righe, come i bambini delle elementari: a me dopo un po' è venuto il mal di mare) e, secondo me, nell'eccessiva eterogeneità delle esperienze prese in esame: a parte un generico "essere di destra" c'è davvero poco in comune tra Mishima, Adolf Brand, Gabriele d'Annunzio e gli skinheads di Kuhnen. A difesa dell'autore va riconosciuto però che il tema trattato è così poco conosciuto che un'opera del genere ha un carattere praticamente pionieristico, e quindi si può anche giustificare il fatto che metta molta carne al fuoco. Da un punto di vista politico, invece, si può ricavare dal quadro che delinea Fraquelli un'idea di massima, ossia che l'omosessualità di stampo superomistico o "fascista" rimanga sempre limitata da una sostanziale omofobia interiorizzata, cagione la quale il gay moderno che vive relazioni paritarie nella società civile resta una figura sostanzialmente inconcepibile. L'omosessuale superomista si vede come guerriero, maschio dominatore, militante, non come cittadino in mezzo ad altri cittadini: da questo punto di vista, gli odierni gay di destra italiani (che hanno una visione politica liberaldemocratica), ai quali Fraquelli accenna nell'ultimo capitolo, con gli omosessuali di destra del Novecento non c'entrano nulla