Gli occhiali di Heidegger di Thaisa Frank edito da Neri Pozza

Gli occhiali di Heidegger

Editore:

Neri Pozza

Traduttore:
Arduini A.
Data di Pubblicazione:
28 ottobre 2010
EAN:

9788854504387

ISBN:

8854504386

Pagine:
347
Formato:
brossura
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Trama Gli occhiali di Heidegger

La seconda guerra mondiale sta per finire e, con essa, anche il folle sogno nazionalsocialista di un nuovo dominio germanico e dell'affermazione, col ferro e col fuoco, della pura razza ariana. Manca non molto alla caduta di Berlino e al tragico epilogo del regime col suicidio del Führer e di Goebbels nel bunker della capitale. In un luogo segreto del territorio tedesco, tuttavia, la vita sembra seguire il suo normale corso per Elie Schachten. Figlia di cattolici polacchi, Elie ha tratti perfettamente conformi agli standard ariani oltre a un accento tedesco impeccabile. Si trova in quel luogo segreto poiché fa parte del ristretto e selezionato gruppo della Briefaktion. Ogni giorno lei e i suoi compagni ricevono montagne di lettere provenienti dalla Iranische Strasse 65 di Berlino, dove Goebbels ha deciso di far convogliare tutta la «posta giudea». Sono lettere che vengono da Auschwitz, Buchenwald e altri luoghi di detenzione, missive indirizzate ai parenti, in cui i prigionieri terrorizzati avanzano pietose bugie magnificando le condizioni dei campi, o lettere spedite da parenti e conoscenti lontani e in attesa di risposta. Elie e i suoi compagni ritoccano, riscrivono le missive mentendo ancora di più, magnificando ancora di più la vita nei campi e la «tranquillità» del «soggiorno». In molti casi, inventano le risposte. Elie e i suoi compagni, infatti, sono scrivani del nazismo, impiegati nell'opera di occultamento della veritàda parte del regime. Un giorno, però, un avvenimento imprevisto arriva a sconvolgere la vita del gruppo della Briefaktion. Dalla IranischeStrasse 65 viene recapitata una lettera scritta dall'illustre filosofo Martin Heidegger al suo ottico ebreo. Nella lettera, molto dettagliata e piena di riferimenti a trascorsi comuni, Heidegger chiede all'ottico un paio di occhiali nuovi, visto che i suoi si sono rotti, e, cogliendo l'occasione, formula una serie di domande e numerose osservazioni. L'ottico è ad Auschwitz e il problema della Briefaktion è come rispondere al celebre filosofo senza farsi scoprire e mettere a repentaglio la vita di tutto il gruppo. Magnifico e commovente romanzo, Gli occhiali di Heidegger getta luce su un aspetto drammatico dell'Olocausto: le lettere dei prigionieri dei campi.

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Recensioni degli utenti

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2 di 5 su 3 recensioni

Niente di buonoDi b. valentina-3 maggio 2012

La trama del romanzo e l'idea di fondo dello stesso sarebbero anche interessanti, se il tutto non si perdesse nel nulla più profondo. Tutte le vicende - dall'olocausto, alle persecuzioni, passando per la non meno rilevante (visto il titolo) presenza di Heidegger - sono trattate in modo troppo superficiale e semplicistico.

C'è di meglio!Di S. Laura-10 marzo 2012

Il libro è interessante per un duplice motivo: da un lato, per l'argomento trattato, dall'altro per la presenza della figura del filosofo tedesco Martin Heidegger. L'argomento è originale rispetto ai romanzi storici ambientati nella Seconda Guerra Mondiale: protagonisti del libro sono degli scrivani particolari che hanno il compito di scrivere lettere per conto di persone morte per mano nazista, così da far credere ai parenti che siano ancora vivi. Purtroppo l'idea non è stata ben sviluppata, non c'è alcuna caratterizzazione dei personaggi e sembra tutto raffazzonato alla bell'e meglio. Inoltre non vi è quasi traccia del filosofo tedesco, se non qualche accenno; la cosa lascia interdetti per le aspettative create dal titolo.

Gli occhiali di HeideggerDi R. Pasqualina-27 settembre 2011

Mi sono fatto attrarre dal titolo poichè in gioventù sono stato decisamente heideggeriano, trovavo che il linguaggio oscuro di Heidegger, quel suo forzare la lingua a torsioni ed etimologie non consuete, quel suo pensare poetante (dichtende denken) fosse sintomo di profondità, di una capacità di andare oltre le apparenze per dire l'essere. Proprio per questo quando uscì il celebre libro di Victor Farias che poneva la questione dell'adesione o meno di Heidegger al nazismo al tempo del suo rettorato mi sentii quasi provocato in prima persona, lo lessi voracemente e mi attrezzai con tutta una serie di argomenti che potessero essere volti a difesa del filosofo della Selva Nera. Poi, devo dire, l'interesse scemò gradualmente e oggi - mentre rivaluto Carnap quando diceva che tra Essere e tempo e Mozart, preferiva comunque Mozart - non mi fa male leggere sullo sfondo del romanzo di Thaisa Frank un Heidegger allo stesso tempo coinvolto e scomodo con e per il nazismo, un filosofo ad un tempo avulso dal proprio tempo e sufficientemente concreto da volere a tutti i costi la liberazione da Auschwitz del suo vecchio collega, nonché ottico di fiducia. L'episodio è occasione per raccontare la storia di un gruppo speciale di ebrei poliglotta cui la follia del Regime aveva dato il compito assurdo di rispondere alle lettere mai recapitate di coloro che erano morti nei lager. Si mischiano alle storie di questo microcosmo quelle del comandante di questa strana sezione e della sua compagna: si deve a loro la salvezza dell'amico di Heidegger, ma più in generale la salvezza di tutti coloro che lì, sottoterra, rispondono ai morti per soddisfare le fobie dei vivi. Bella la scrittura, intensa la narrazione, capace di riprodurre il clima claustrofobico di un periodo storico in cui l'assurdo si materializza, nel bene e nel male, nella vita dell'uomo.