La notte dei due silenzi di Ruggero Cappuccio edito da Sellerio Editore Palermo

La notte dei due silenzi

Collana:
La memoria
Data di Pubblicazione:
27 settembre 2007
EAN:

9788838922343

ISBN:

8838922349

Pagine:
221
Formato:
brossura
Acquistabile con la

Trama La notte dei due silenzi

Negli anni cruciali del Regno delle Due Sicilie, tra Napoli, Palermo e Amalfi, una storia d'amore, di sostituzioni e di identità, una giovane donna scomparsa e il suo doppio che ritorna misteriosamente a intrigare amanti e scienziati di malie e di passioni. La nobile fanciulla Chiara ama il giovane Alessandro, dell'illustre famiglia degli Altomare. Dopo estati trascorse a intrecciare giochi d'amore i due si sposano, ma Chiara presto è uccisa dal vaiolo. A sconvolgere la rassegnazione di chi la pianse e l'isolamento in cui s'è chiuso il suo sposo, compare una donna che alcuni riconoscono come Chiara. Ma chi sia veramente non è dato sapere. Questa incertezza compenetra i destini incrociati e gli interessi contrastanti dei personaggi. La vicenda si snoda su più registri: c'è la testimonianza oggettiva e piana di un narratore. Ma accanto a questa, il diario e le lettere tra il giovane Altomare e un singolare scienziato francese trasformano uomini, cose e avvenimenti in perturbanti fantasmi della mente. Ruggero Cappuccio è scrittore e regista per il teatro e il cinema, e da questo trae una personalissima maniera di immaginare l'intreccio e la sapienza nel far risuonare le sue molte voci come su un vasto palcoscenico.

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 10.00

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
3 di 5 su 2 recensioni

Ottimo.Di S. Gerardo-23 agosto 2011

Raccontata con uno stile barocco, questa è la storia di un amore, forse impossibile, forse tanto immaginifico e irenico quanto reale: forse proprio per questo autentico. Uno stile che, sornione, richiede tutta l'attenzione del lettore, imponendogli massima concentrazione. "La notte dei due silenzi" non è un testo per tutti, tanto sono profonde la ricercatezza delle immagini e le sfumature poetiche di cui si tinge la narrazione.

La notte dei due silenziDi C. Lia-4 agosto 2011

No si usa più, ma esiste un aggettivo per definire questo libro: è brutto. Semplicemente. Ho impiegato 10 giorni trascinandomelo per ogni dove, e non si riusciva ad andare avanti che di poche pagine. E quelle trascorse facevano rimpiangere il fatto di non averlo cestinato ma che vuole dimostrare l'autore? Quale trama ci racconta? L'amore tra due giovani, la sua impossibilità in un Regno delle Due Sicilie intorno al 1860 o giù di lì (forse già si affacciano i fremiti garibaldini? Forse è un voler narrare un privato che va a rotoli in un mondo che si sta perdendo? ) . Ma chi sono questo principe Alessandro Altomare che passeggia perdendosi per le spiagge amalfitane e questa Chiara della Serena (nome omen) bella, altera, morta (forse) di vaiolo oppure fuggita? Più di 200 pagine per descrivere, narrare, adombrare fatti, indurre ipotesi. Ma con uno stile contorto che poi alla fine nulla dice, nulla spiega. Non perché si debba spiegare tutto, tutto può rimanere mistero, ma la bravura di un autore è quella di indurre il lettore a pensare delle soluzioni, delle ipotesi, ad auto-svelarsi delle trame. Qui non c'è possibilità, tutto è talmente "impossibile" che non si capisce quale sia il possibile reale. Tanto per citare (anche a livello fisico) come si costruisce una clessidra con due giare di vetro per il vino riempite di sabbia fine? Una clessidra che deve scandire il tempo per circa tre mesi. E quanta sabbia ci vuole, visto che non verrà mai girata? Ma qui già si va nell'intellegibile. Certo doveva insospettirmi uno che a pagina 22 già dice "Il paese oscurava tutti i suoi pubblici lumi, e il catafalco dove era disteso l'Altissimo appariva sulla sommità del duomo, illuminata solo dallo sfiaccolio lattiginoso e svogliato dei portatori. Una falange di musicanti, vestiti di nero, infiatava trombe cupe e malsane, martellate dall'eco torbida di una grancassa. " E via scrivendo, cercando con perversione l'agglutinarsi di aggettivi improbabili per nome comuni, volendo creare effetti mirabili, ma che rimandano solo la fatica del leggere. Per poi arrivare dopo 200 pagine a dire "un impercettibile nutrimento di crema lunare allattava i viali di una bava d'argento senza provenienza". Sta forse parlando dell'amore tra due lumache? No, descrive il paesaggio di Ravello dopo il passaggio del Re. Insomma, vogliamo finire di riempire scaffali di libri inutili? O se questo è di qualche utilità, qualcuno me la spiega?