Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità
- Editore:
Elèuthera
- Traduttore:
- Rolland D., Milani C.
- Data di Pubblicazione:
- 22 dicembre 2008
- EAN:
9788889490662
- ISBN:
8889490667
- Pagine:
- 110
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Cultura e società, ARCHITETTURA
Descrizione Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità
I nonluoghi sono quegli spazi dell'anonimato ogni giorno più numerosi e frequentati da individui simili ma soli. Nonluoghi sono sia le infrastrutture per il trasporto veloce (autostrade, stazioni, aeroporti) sia i mezzi stessi di trasporto (automobili, treni, aerei). Sono nonluoghi i supermercati, le grandi catene alberghiere con le loro camere intercambiabili, ma anche i campi profughi dove sono parcheggiati a tempo indeterminato i rifugiati da guerre e miserie. Il nonluogo è il contrario di una dimora, di una residenza, di un luogo nel senso comune del termine. E al suo anonimato, paradossalmente, si accede solo fornendo una prova della propria identità: passaporto, carta di credito. Nel proporci una antropologia della surmodernità, Augé ci introduce anche a una etnologia della solitudine.
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Recensioni degli utenti
Nuoce gravemente alla salute.-4 maggio 2012
Il nonluogo è quel "posto" dietro l'angolo in cui non vorresti mai "incappare", per non avere quella sensazione di disagio psicologico e non sentirti in quella particolare dimensione, in quello stato di sospensione, di perdita di te stesso che si potrebbe definire, molto semplicemente, da "pesce fuor d'acqua". C'è poco da sorridere in quello che si prova, perchè ti viene una gran voglia di scappar via verso qualcosa che ti fa sentire "cittadino del mondo". A mio parere e non solo, il nonluogo, è una sorta di purgatorio, quindi di zona di passaggio, almeno si spera, per poi arrivare finalmente... In paradiso, Dio permettendo.
Antropologia della surmodernità-23 febbraio 2012
Testo fondamentale di questo antropologo francese, che dall'uscita di questo testo nella metà degli anni Novanta, risulta ancora oggi molto attuale e importante per una maggiore e più precisa conoscenza e coscienza della società attuale. Per 'non luoghi' Augé definisce quei luoghi che sono comuni a tutti come ad esempio le autostrade, le stazioni, supermercati o aereoporti dove siamo solo un numero dato dalla carta d'identità o dal passaporto.
Come definiamo gli spazi nei quali abitiamo-8 luglio 2010
Marc Augè, considerato il padre dei “non luoghi”, in questo saggio sviluppa la totalità del suo pensiero. L’edificio che abitiamo è uno spazio che consideriamo nostro, uno spazio carico del nostro vissuto. Noi viviamo non solamente nell’edificio nel quale ci consegnano la corrispondenza, trascuriamo parte della nostre giornate in ambienti costruiti ma che non possiamo definire luoghi carichi di vita; un aeroporto, una stazione ferroviaria, un centro commerciale sono tutti spazi che fruiamo temporaneamente per specifiche funzioni, la mobilità in primis ma anche il commercio o le attese. Un saggio acuto che ci trasmette una maggior consapevolezza sugli ambienti che ci circondano.