Non luogo a procedere di Claudio Magris edito da Garzanti
Alta reperibilità

Non luogo a procedere

Editore:

Garzanti

Edizione:
4
Data di Pubblicazione:
12 ottobre 2015
EAN:

9788811689171

ISBN:

8811689171

Pagine:
280
Formato:
rilegato
Disponibile anche in E-Book
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Trama Non luogo a procedere

In questo romanzo, l'autore Claudio Magris si confronta con l'ossessione della guerra di ogni tempo e paese, quasi indistinguibile dalla vita stessa: una guerra universale, rossa di sangue, nera come le stive delle navi negriere, blu come il mare che inghiotte tesori e destini, grigia come il fumo dei corpi bruciati, bianca come la calce che copre il sepolcro. Non luogo a procedere è la storia di un grottesco Museo della violenza, delle sue sale e delle sue armi ognuna delle quali racconta vicende d'amore e delirio, e dell'uomo che sacrifica la vita alla sua maniacale costruzione; è la storia di una donna erede dell'esilio ebraico e della schiavitù dei neri; è la storia del mistero di un delitto rimosso tra le mura del forno crematorio nazista della Risiera di San Sabba, a Trieste. Un gran libro. L’ha scritto Claudio Magris, si intitola Non luogo a procedere. Racconta l’ossessione di un uomo che per decenni colleziona armi, fucili, mitraglie, cannoni, aerei e divise militari. Non è mai sazio, possiede un U-Boot della Marina imperialregia, vorrebbe l’elmetto tedesco che aveva in testa Mussolini quando fu catturato dai partigiani a Dongo, desidererebbe un T-34, il carro armato che con il suo cannone da 76,2 millimetri salvò la Grande Madre Russia quando Hitler l’attaccò a sorpresa nel 1941. È un archivista della guerra, non perché ami i suoi orrori, ma, al contrario, perché ritiene la pace il bene sommo dell’umanità, convinto che il sogno del suo Museo, da costruire a Trieste, sia un potente modo per ricordarlo. L’uomo, un professore, è veramente esistito, viveva in un capannone gremito dei suoi ordigni, dormiva in una lunga bara, morì nel 1974 in un rogo misterioso che distrusse buona parte dei suoi cimeli. Nonostante i processi, non si seppe mai la verità. Sparirono anche i suoi preziosi taccuini su cui aveva annotato fatti e misfatti, tra l’altro le scritte che i morituri avevano lasciato sui muri della Risiera di San Sabba, l’unico lager nazista in Italia dove, in una vecchia fabbrica rossastra e nerastra alla periferia di Trieste, funzionò, tra il 1943 e il 1945, un forno crematorio, dove furono gasati con il Zyklon B migliaia di partigiani italiani e jugoslavi, ebrei, antifascisti e molti altri furono torturati, sgozzati, uccisi a colpi di mazza sulla nuca. Le scritte dei deportati sulle pareti degli stanzoni della Risiera e sui muri delle 17 celle furono poi cancellate, calcificate, ma il professore (Diego de Henriquez) le aveva ricopiate, sui taccuini scomparsi, in dialetto, in italiano, in sloveno, testimonianze delle ultime ore dei prigionieri. Tra quei graffiti potevano esserci anche i nomi delle spie, dei traditori, dei doppiogiochisti, dei profittatori che li avevano denunciati e fatti condannare a morte. Il mistero non ha mai avuto risposta. A Claudio Magris quella storia dev’essere rimasta da sempre negli occhi e nel cuore e la racconta magnificamente in Non luogo a procedere.

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