Noi di Evgenij Zamjátin edito da Lupetti

Noi

Editore:

Lupetti

Collana:
I rimossi
Edizione:
2
A cura di:
S. Moriggi
Traduttore:
Delfino B.
Data di Pubblicazione:
31 ottobre 2007
EAN:

9788883912283

ISBN:

8883912284

Pagine:
191
Formato:
brossura
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Trama Noi

Per annientare il diavolo è permessa, si capisce, qualsiasi alterazione della verità - e così il mio romanzo scritto nove anni prima, nel 1920, è stato presentato come la mia ultima opera. È stata organizzata una persecuzione quale non si è mai avuta nella letteratura sovietica. Tratte dalla lettera che Evgenij Zamjatin (1884-1937) spedì a Stalin nel 1931 nel tentativo di vedersi commutata in esilio quella "privazione della possibilità di scrivere" che pesava sul suo animo come una "pena di morte", queste parole sono la testimonianza della dura censura che colpì "Noi", l'avveniristico e lungimirante atto d'accusa contro la spietata e progressiva diffusione del taylorismo nella società sovietica e la morsa totalitaria in cui la Russia sarebbe rimasta strangolata sotto il regime di Stalin. Nella città di vetro e di acciaio dello Stato Unico gli individui sono ridotti a numeri e vivono nel rigoroso rispetto dell'autorità del Benefattore, garante assoluto di una felicità "matematicamente" calcolata. Non esistono né vita privata né intimità. Le pareti degli edifici sono trasparenti, e anche il tempo dell'amore è scandito da orari e modalità rigorose. Scritto in forma di diario tenuto dal costruttore di una macchina spaziale, l'Integrale elettrico, che avrebbe il compito di esportare in tutto l'universo "il benefico giogo della ragione", "Noi" incarna una delle più sofisticate e lucide anti-utopie della letteratura novecentesca.

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4 di 5 su 2 recensioni

Un romanzo dimenticatoDi B. Marco-6 luglio 2010

La prima e la meno nota delle tre grandi anti-utopie del XX secolo, quella da cui le altre due (Il Mondo Nuovo di Huxley e 1984 di Orwell) hanno attinto a piene mani. Essendo la pietra miliare delle Anti-Utopie (o distopie che dir si voglia) del secolo passato lo considero un testo 'imperdibile' da leggere, al di la' di una scrittura che puo' mostrarsi datata nello stile ma che rimane attuale nei contenuti, cosi come attuali rimangono gli altri due citati di Huxley e Orwell. "Noi" e' un libro dimenticato, tanto che l'Editore Lupetti lo ha ripubblicato nel 2007 in una collana denominata "I rimossi", nome indicativo. Una fortuna, ho cercato questo libro per anni visto che la precedente edizione di Feltrinelli era da moltissimo tempo fuori catalogo. Questa omissione dell'opera di Zamjatin, del 1922, aperta critica di quello che fu un intellettuale rivoluzionario a cio' che lo Stato sovietico minacciava di diventare, sembra pero' non essere solo italiana visto che poco tempo fa anche "Le monde diplomatique" scriveva di Zamjatin e di Noi che "Il silenzio nel quale la sua opera viene celata si prefigura come una vittoria a posteriori di Stalin". La Storia e' quella di uno Stato Unico, dominato dalla figura del Benefattore, dove tutto e' precisamente regolato, fondato su una logica di perfezione matematica, che permette all'individuo di non essere tale ma parte di un tutto, non piu' un Io ma un NOI. Una perfezione che rischia di venire incrinata da un fattore destabilizzante che fa la sua improvvisa comparsa, la Fantasia, di cui lo stesso protagonista, campione di logica matematica, restera' vittima. Il saccheggio operato da Huxley prima e, ancor piu', da Orwell poi e' evidente. Il pregio di questi ultimi due autori e' che riescono ad aggiungere una maggiore intensita' delle passioni nei protagonisti, maggiore pathos. Questo pero' non mi appare elemento sufficiente per degradare Noi e Zamjatin nel Girone dei Dimenticati visto che il romanzo continua ad avere tutta la sua valenza, accresciuta dal saperlo antisignano degli altri due. Da leggere assolutamente.

futuro inquietanteDi G. Diego-6 luglio 2010

Se dovessi descrivere questo libro con una frase direi "la matematica contro la poesia". Il mondo distopico di Zamjatin è un mondo dove tutto ciò che è riconducibile in qualche modo ad una legge matematica è un bene, mentre tutto quello che non lo è non solo è inutile ma addirittura dannoso. Di conseguenza l'approccio "poetico" alla vita basato sul sentimento, proprio per il suo non potersi ricondurre a niente di razionale viene osteggiato e poi apertamente combattuto. Questo aspetto è quello che più mi ha colpito, e del resto come non avrebbe potuto farlo dato che tutta la filosofia di questa realtà è una filosofia basata sulla matematica. E non per niente, in quella che per me è l'immagine più bella del libro, per descrivere le diverse concezioni del mondo tra chi lo vuole difendere e chi lo vuole abbattere, Zamjatin non usa complicate descrizioni ma due concetti come "entropia" ed "energia".