Nicolas Jenson e le origini dell'editoria veneziana nell'Europa del Rinascimento di Martin Lowry edito da Il Veltro

Nicolas Jenson e le origini dell'editoria veneziana nell'Europa del Rinascimento

Editore:

Il Veltro

Traduttore:
Scudder G.
Data di Pubblicazione:
2002
EAN:

9788885015425

ISBN:

8885015425

Pagine:
430
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Descrizione Nicolas Jenson e le origini dell'editoria veneziana nell'Europa del Rinascimento

Di Nicolas Jenson, stampatore francese, approdato a Venezia all'inizio degli anni Settanta del XV secolo e ivi morto nel 1480, dieci anni prima dell'arrivo di Aldo Manuzio, ben poco si conosce. Per definire la figura di Jenson il Martin Lowry segue l'evoluzione dell'industria tipografica a Venezia, da una struttura di tipo famigliare a una organizzazione di genere competitivo, tipico del mondo capitalistico. Di pari passo delinea il passaggio dalla pagina stampata elegante e ben spaziata a quella dove i caratteri si affastellano per risparmiare spazio a vantaggio del prezzo. In questa evoluzione Jenson, il migliore e più elegante stampatore degli anni Settanta, giocò un ruolo determinante.

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5 di 5 su 1 recensione

RECENSIONEDi T. FRANCO-26 Luglio 2008

Questo libro di Martin Lowry, studioso illustre, professore di storia dell'Università di Warwick, di cui Il Veltro Editrice ha pubblicato la fondamentale opera "Il mondo di Aldo Manuzio. Affari e cultura nella Venezia del Rinascimento", raggiunge ora un vasto pubblico di studiosi e di cultori di storia veneta. Di Nicolas Jenson, stampatore francese, approdato a Venezia all'inizio degli anni Settanta del XV secolo e ivi morto nel 1480, circa dieci anni prima dell'arrivo di Aldo Manuzio,ben poco si conosce. Un testamento, una biografia ottocentesca che è un pot-pourri di erudizione e fantasia; i volumi stampati e un mito, costruito intorno alla sua abilità e alla perfezione dei suoi caratteri. La scarsità di documentazione ha determinato la struttura del libro, che affronta l'argomento da una prospettiva vasta e apparentemente lontana dall'oggetto in esame. Per definire la figura di Jenson il Lowry segue l'evoluzione dell'industria tipografica a Venezia, da una struttura di tipo famigliare a una organizzazione di genere competitivo, tipico del mondo capitalistico. Di pari passo delinea il passaggio dalla pagina stampata elegante e ben spaziata a quella dove i caratteri si affastellano per risparmiare spazio a vantaggio del prezzo. Jenson diede subito il massimo della pubblicità alle sue pubblicazioni e s'inserì assai opportunamente nei circoli del potere, guadagnandosi i favori di quel gruppo di aristocratici veneziani che all'Università di Padova si erano preparati per governare la Repubblica. I committenti di Jenson sono i Foscarini e i Giustiniani, cui si affiancano i banchieri, gli Agostini e i Priuli, che lo finanzieranno. Da questi colti e scaltri politici la stampa non solo non fu avversata, ma fu vista come una agevolazione del processo di acculturazione da loro ritenuto necessario all'espansionismo veneziano. Jenson si affermò soprattutto per la sua abilità di incisore, per quel carattere romano che avrebbe rappresentato l'ideale di buon gusto e di purezza nello stile tipografico. Negli anni Settanta l'uso delle maiuscole romane tratte dal modello di Feliciano de Feliciani era diffuso, ma nessuno aveva il tocco sicuro di Jenson, nessuno intuiva come lui fino a che punto gli svolazzi della penna potevano fissarsi nel piombo del carattere tipografico, soprattutto nessuno come lui sapeva quando fermarsi. Dopo pochi anni di attività, era reputato uno dei primi editori eruditi d'Europa. Lowry lo giudica uno dei primi editori capitalisti, capace di gestire edizioni di una inusuale mole e complessità, di sottoporre gli avversari a una concorrenza spietata. Jenson superò la grave crisi che decimò l'editoria veneziana nel 1473, ristrutturando la sua compagnia, associandosi con Johann Rauchfas e Peter Ugleheimer e volgendosi alla conquista di un nuovo mercato, quello dell'università e dei testi di diritto. Nel corso di soli due anni, 1474-75, Jenson fornì agli studenti di Padova i testi fondamentali di diritto canonico corredati dei più prestigiosi commentari. Per i testi giuridici coniò un gotico corsivo e inserì per la prima volta testo e commento sulla medesima pagina, ciò che significava un risparmio di spazio e quindi di spesa capace di spiazzare tutti i concorrenti. La sua impresa editoriale stabilì standard per tutta l'Europa e gli altri editori e curatori di testi giuridici dovettero conformarsi ai suoi testi. In quegli anni cerca un nuovo mercato rivolgendosi agli ecclesiastici con pubblicazioni religiose e teologiche. Il 1477 è dedicato a quello che Lowry definisce il più intenso sforzo editoriale della sua carriera, la gigantesca edizione del commentario di Niccolò de Tedeschi alle decretali, in 4 volumi, tutti pubblicati tra il luglio e il dicembre. Sebbene sia attribuito a Manuzio il merito della riduzione dei prezzi, in realtà questo andrebbe assegnato a Jenson per l'unione di testo e commento sulla stessa pagina. Aldo era un idealista, interessato alla diffusione della letteratura classica, Jenson era un organizzatore ed era innamorato del proprio mestiere, incideva personalmente i suoi caratteri, mentre Aldo affidava ad altri le questioni gestionali e tecniche. William Morris fece di Jenson un mito e non solo per il nitore dei caratteri tipografici e l'eleganza della pagina, ma anche perché vedeva in Jenson un uomo del Medioevo che lavorava incontaminato dalle esigenze commerciali che avrebbero portato a stringere il testo sui bordi. Ma Jenson, dice Lowry, era importante come simbolo di un mondo dove tutti coloro che erano impegnati nella produzione di un libro, dal committente allo scriba, dall'addetto al torchio al legatore, erano consapevoli di partecipare a un'impresa che avrebbe cambiato la società. Franco Tagliarini