Il Negus. Splendori e miserie di un autocrate di Ryszard Kapuscinski edito da Feltrinelli
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Il Negus. Splendori e miserie di un autocrate

Editore:

Feltrinelli

Traduttore:
Verdiani V.
Data di Pubblicazione:
9 luglio 2014
EAN:

9788807883781

ISBN:

8807883783

Pagine:
176
Formato:
brossura
Argomenti:
Strutture politiche: totalitarismo e dittatura, Reportage e raccolte giornalistiche
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Il Negus. Splendori e miserie di un autocrate

Ras Tafari (1892-1975), ultimo imperatore d'Etiopia dal 1930 con il nome di Hailé Selassié I, viene deposto da un colpo di stato il 12 settembre 1974. Kapuscinski si reca ad Addis Abeba per capire cosa fosse davvero la monarchia assoluta del Negus, il Re dei Re, e perché sia caduta. Riesce a incontrare i rappresentanti dell'entourage imperiale e ne raccoglie i racconti, acuti, commossi, involontariamente umoristici. Intervista gli uomini che stavano a Palazzo o avevano avuto il diritto di accedervi, con la funzione di servitori, cortigiani, funzionari, spie, camerieri di ogni sorta, ma anche testimoni acuti e smaliziati di intrighi, lotte di potere e abiezioni. Ne esce un ritratto insolito del Negus, educato a Cambridge ma deciso a conservare il rituale di bacio al piede e genuflessione, promotore di riforme economiche, morali e sociali che però di fatto preservano l'arcaica sostanza del suo impero, preda di deliri di grandezza e progresso per cui sperpera denaro in un paese che muore di fame. Un vecchio rabbioso, onnipotente e superbo, ma anche terrorizzato dall'idea delle congiure, che si circonda di ministri inetti, in una società gerarchica, primitiva e corrotta. Un ritratto insolito del Negus. Una ricostruzione a più voci della vita di corte, dell'arte di governo e di una società, a metà tra l'analisi storica, il reportage e l'opera narrativa. Uno sguardo ironico e stupefatto sull'universo grottesco di ogni dispotismo.

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3 di 5 su 2 recensioni

Inconfondibile KapuscinskiDi B. Arianna-3 aprile 2018

Confesso di aver fatto un po' di fatica a finirlo, pur essendo molto breve, ma dopo una pausa l'ho ripreso in mano e bevuto tutto d'un fiato. Lo stile di Kapuscinski è inconfondibile; semplice, diretto, scorrevole, sagace. Il tema del negus è molto interessante, per sapere un po' di più di quel periodo storico e dell'Etiopia, che per noi italiani sarebbe quasi obbligatorio...

Il NegusDi r. Travis-11 agosto 2011

Premetto subito che assegno la sufficenza solo perchè stimo l'autore, ma l'impressione che si ricava dalla lettura di questo saggio su Hailè Selassiè è globalmente confusionaria, e di stelle ne meriterebbe solo due. Probabilmente a causa della scelta di far raccontare a vari testimoni (anonimi) avvenimenti e curiosità sul Negus, la figura ne esce fuori frammentata e mancante di una organicità che consenta anche a chi non conosce la storia recente dell'Etiopia di comprendere cosa succede e chi sono gli attori sul palcoscenico. Sicuramente le testimonianze che Kapu347; ci324; ski raccoglie sono di grande valore e raccontano particolari inquietanti, interessanti, sconcertanti, quasi sempre non noti anche a chi già conosce la storia di Hailè Selassiè e del suo regno, anche per i frequenti punti di contatto con la storia "coloniale" italiana. Ne risulta un ritratto di un despota quasi medioevale, sicuramente arricchitosi alle spalle di un popolo già povero in partenza ed ulteriormente depauperato da ruberie, ingiustizie, sperequazioni. Una nazione messa in ginocchio dal malgoverno, dal nepotismo, dall'ignoranza e da una gestione quantomeno folle, da un imperatore "discendente del re Salomone" che veniva visto quasi come un dio, un infallibile, una guida illuminata nonostante i risultati del suo governo fossero tutt'altro che ineccepibili. Uno dei tanti scandalosi esempi di pessima gestione e dispotismo di cui ormai riusciamo anche quasi a non stupirci più, consegnato alla storia più del folklore che della politica, una caricatura di sovrano che a tratti sconfina nel macchiettistico, come nel racconto del servitore addetto a piazzare molto rapidamente il cuscino sotto i piedi del sovrano assiso sul trono, per non far notare che penzolavano nel vuoto come quelli di un bambino, data l'enorme differenza di statura tra Selassiè e il suo predecessore Menelik. Nel complesso, però, un libro che lascia una sensazione di delusione, di incompletezza, di imprecisione. Peccato.