Naufragi. Immagini romantiche della disperazione di Esperanza Guillén edito da Bollati Boringhieri
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Naufragi. Immagini romantiche della disperazione

Traduttore:
Marseguerra C.
Data di Pubblicazione:
2 luglio 2009
EAN:

9788833919997

ISBN:

8833919994

Pagine:
104
Formato:
brossura
Argomenti:
Letteratura, storia e critica: letteratura dal 1800 al 1900, Storia dell'arte e stili artistici: dal 1800 al 1900
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Descrizione Naufragi. Immagini romantiche della disperazione

Ci sono immagini che rimangono conficcate nella mente, che attraggono e terrorizzano allo stesso tempo, che ipnotizzano lo spettatore: così il profilo del Titanic che si inabissa nel freddo mare artico, con il suo carico di speranze mai arrivate nel Nuovo Mondo. Un fatto vero, trasformato in mito dal cinema e dalla cultura popolare del Novecento. Ma il fascino grandioso e tremendo del naufragio è molto più antico e affonda le sue radici nell'ideologia romantica, nella commistione tra kantiana estetica del sublime, suggestioni bibliche che vedono nel mare la sorgente del male e analogia tra viaggio reale, fisico e viaggio letterario. Su questo sfondo si proiettano le tante immagini di navi in tempesta o distrutte, arenate, che ci ha trasmesso l'arte ottocentesca. Friedrich, F. E. Church, Turner, John Martin, Géricault, Delacroix, ma anche scrittori come Victor Hugo, Lord Byron, Maturin, Poe e Novalis: Esperanza Guillén ci accompagna in un viaggio suggestivo, che parla dell'oggi più di quanto non sembri, traghettandoci con mano sicura attraverso le acque di estetica, arte e letteratura.

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5 di 5 su 1 recensione

Romanticismo e naufragiDi c. mario-8 novembre 2010

Quello che Esperanza Guillèn ci propone in questo breve libriccino è un viaggio tra estetica,letteratura e -soprattutto- storia dell’arte,per indagare a fondo uno dei temi prediletti dal Romanticismo:il naufragio,tema carico di significati e valenze simboliche. Si parte così dal sublime kantiano -formulato con la nota metafora del naufragio con spettatore- di cui si viene a distinguere un sublime di tipo matematico (suscitato da quelle grandezze inconcepibili per l’uomo) da uno di tipo dinamico (legato alla manifestazione di potenti fenomeni naturali che permettono all’uomo di prendere coscienza della propria piccolezza). A esplicitare concretamente tali pensieri filosofici intervengono quei quadri che tali pensieri meglio li rappresentano:oltre a una rassegna di dipinti di Claude-Joseph Vernet,appare il “Monaco in riva al mare” di Friedrich come manifestazione del sublime matematico. Friedrich è ovviamente uno degli artisti a cui l’autrice fa maggiormente riferimento:dei suoi quadri vengono messi in evidenza i molteplici livelli di significato e i legami simbolici tra gli elementi iconografici presenti sulla scena- è il caso dello splendido “Le età della vita”. Successivamente l’autrice esamina il mare visto come elemento demoniaco e dannoso per l’uomo. Anche qui risalta la maturità della “coscienza eroica” del Romanticismo,che dopo aver rilevato nella natura stessa elementi maligni e inafferrabili (Blake,il giovane Goethe), accetta l’ambivalenza dell’esistenza,divisa fra salvezza e dannazione (ancora una volta Friedrich)- divisa tra forze negative e positive proprio come la natura. In un libro che tratta del naufragio secondo l’accezione romantica non poteva mancare un’analisi del capolavoro di Géricault,”La zattera della medusa”,di cui,infatti,la Guillèn offre una bella interpretazione,forse non innovativa,ma sicuramente efficace. Interessante e condivisibile l’idea di un allontanamento volontario dal genere della pittura di storia inteso nel suo senso più accademico;stesso dicasi per la primarietà da assegnare,secondo la Guillén,ai corpi michelangioleschi dei naufraghi in quanto elemento che dona alla scena il suo carattere romantico e rivelatore di una umanità sconfitta e dolorante. L’autrice rileva inoltre come le visioni romantiche del naufragio si nutrano di due elementi contrapposti:da un lato l’antropocentrismo di Géricault e Delacroix,dall’altro il “naturalismo” dominante sull’uomo dei nordici Friedrich e Turner. L’ultimo capitolo del libro è dedicato alla conclusione del viaggio su mare,conclusione che spesso nell’estetica romantica,come si è detto,può aversi col dramma del naufragio. Il viaggio per mare viene così a identificarsi con la condizione interiore del romantico,perennemente alla ricerca di un qualcosa di diverso dalla realtà quotidiana; una ricerca che spesso si rivolge verso il proprio io,in un abissale e sovente angoscioso viaggio interiore (Novalis). Infatti anche la riva,che dovrebbe essere il luogo della sicura salvezza,può diventare la scena di un dramma ulteriore. L’esempio è dato dal “Naufragio” di Goya,un olio del 1794:qui la felicità per la raggiunta salvezza si trasforma in una esplosione di disperazione collettiva,condensata nella folle figura della giovane donna che alza le braccia al cielo. In definitiva,questo è un libro quantomeno istruttivo e scritto molto bene,un libro tra l’altro che si lascia leggere con molta facilità. E’ una lettura molto affascinate e che non manca di intrigare il lettore,attirato da un momento della storia dell’arte che pare affrontar problemi tanto lontani da quelli della nostra realtà contemporanea,e che invece ci riguardano pienamente,a dimostrazione della modernità del Romanticismo e dell’universalità dei suoi temi.