La morte segue i magi di Hans Tuzzi edito da Bollati Boringhieri
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La morte segue i magi

Collana:
Varianti
Edizione:
3
Data di Pubblicazione:
11 aprile 2017
EAN:

9788833928708

ISBN:

8833928705

Pagine:
310
Formato:
brossura
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Descrizione La morte segue i magi

Che cosa è vero? Che cosa è falso? Domande che in questa nuova indagine il commissario Melis si ripete con insistenza. Dopo aver assistito casualmente alla conversazione di una coppia di mezza età, si è ritrovato di fronte all'uomo, cadavere, in obitorio. Omicidio? E, se sì, che c'era di falso nell'ordinata vita di Walter Cenzatti, restauratore, per causare una morte così violenta? E ancora: è vero che Leone Maggi era un falsario, ma è proprio vero che è stato ucciso per questo? E, passando dal pubblico al privato, è vero che la sua compagna, Fiorenza, sta attraversando un brutto momento sul lavoro, ma non sarà che anche il loro rapporto è un po' stanco? E non è affatto falso, invece, dire che quella giovane restauratrice conosciuta durante l'inchiesta... Hans Tuzzi ci regala un romanzo corale che va oltre l'etichetta del genere, dove le vicende pubbliche e private dei numerosi personaggi si intrecciano restituendo uno spaccato della Milano della metà degli anni Ottanta.

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4 di 5 su 1 recensione

La morte segue i magiDi E. massimo-31 marzo 2011

Conoscevo già la fama di questo autore, e non sono stata smentita. Tuzzi è uno scrittore con la S maiuscola, si vede e si sente. Una pagina come la 108, per esempio, non è da tutti, diciamo anche che la si trova molto raramente, in romanzi da vetrina. E a questa premessa ci tengo perchè questo poliziesco ha più parti di assoluta classe e cultura. E' spesso scritto da bene a molto bene, insomma, in un italiano raffinato. Tanto per dire, "dalla finestra aperta il lucore lattiginoso della falsa notte cittadina disegnava..."; ecco, un'immagine elegante, ma non ridondante. Breve, ma non debole o elementare. Da scrittore. La storia, invece, vacilla un pò. E forse anche Melis, il commissario, piuttosto insipido, dal sapore del già visto. Mentre personaggi minori sono invece davvero centrati (Romero è assolutamente credibile!). Ogni tanto qualche simbolismo pacchiano, e qualche luogo comune ( su Milano, per esempio; cose vere e che si sanno, per questo forse le si aspetta scritte in maniere diversa). E un finale, devo dire ( io che di solito proprio non sono fra quelli che ci azzeccano...), piuttosto scontato. Certo, se mi dovessero chiedere, meglio questo o... Devo dire che non avrei dubbi nell'indicare questo romanzo in luogo di più blasonati titoli, magari stranieri. L'impressione è che Tuzzi, se avesse più tempo, avrebbe tutte le qualità per scrivere un romanzo capolavoro. Magari l'ha già fatto, non avrò remore a leggere altro di lui.