Da Morgagni alla patologia molecolare di Fabio Zampieri edito da Libraria Padovana Editrice

Da Morgagni alla patologia molecolare

Data di Pubblicazione:
20 aprile 2012
EAN:

9788889775295

ISBN:

8889775297

Pagine:
232
Formato:
rilegato
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5 di 5 su 1 recensione

Un panorama storico su un settore della medicinaDi d. francesco-18 dicembre 2012

Il libro di Zampieri è diretto sicuramente a specialisti della storia della medicina e presuppone conoscenze nel settore clinico-anatomico; e tuttavia si può anche dire che il suo pubblico di lettori si allarghi oltre la cerchia degli "addetti ai lavori", sia per la materia in se stessa interessante gli studi sul corpo umano suscitano comunque curiosità in chi ha piacere di conoscere meglio il proprio corpo anche dal punto di vista medico, sia grazie ad una scrittura semplice e chiara, che stimola alla lettura nonostante qualche difficoltà concettuale che le persone meno esperte indubbiamente possono incontrare. D'altronde, la storia stessa dell'anatomia patologica ha conosciuto un contorto e complesso percorso teorico e concettuale, avverte l'Autore nella sua Introduzione, che precisa: "Già il sostenere che l'analisi delle lesioni organiche rilevabili sul cadavere potesse essere utile per comprendere la natura delle manifestazioni cliniche delle malattie sul vivente era un'idea che, quando fu formulata per la prima volta, necessitò di una lunga serie di discussioni e dibattiti, per essere accettata" (p. 5). Non è dunque priva di contrastanti posizioni con relative concettualizzazioni oppositive questa storia dell'anatomia patologica, ma alla base resta sempre la confortante constatazione che l'anatomia patologica giovò profondamente a cambiare lo "sguardo medico" e il "suo modo di interagire con i pazienti", poiché essa prospettò che il criterio per ricercare l'origine e la definizione del male non fosse nell'ordine della soggettività, cioè non fosse tanto da collocare nelle sofferenze esposte dai pazienti e nelle manifestazioni esteriori dei suoi dolori, quanto nella oggettività del suo corpo, "nelle linee e nei volumi dei suoi organi". "L'anatomia patologica, dunque, corrispondeva alla sfida intellettuale di far tentare di parlare non gli individui, ma le strutture; non le malattie, ma gli organi e i tessuti. L'aspetto morfologico, anatomico, divenne la prospettiva dominante della ricerca " (p. 6). La ricerca scientifica incominciò a svolgersi all'interno dei concetti di struttura e di funzione sia normale, sia patologica. Francesco di Ciaccia