Il mondo secondo Garp

Garp (figlio illegittimo di un'infermiera di ottima famiglia puritana e di uno sconosciuto pilota che muore all'ospedale militare) cresce in una scuola, vuole diventare scrittore, farsi una famiglia con la ragazza della sua adolescenza, vivere in tranquillità con moglie, figli, mamma e suocero. Tutto questo riesce, fino a un certo punto. Ma la vita ferisce e Garp ne è parte, e in parte perderà qualcosa di preziosamente suo, accogliendo però le sciagure altrui. Scritto senza inutili compiacimenti, molto schietto nel condannare certe deviazioni (lo stupro, il maschilismo violento), il libro mantiene sempre una notevole caratura e un sottile umorismo, specie quando una buona parte dei personaggi vuole diventare, come appunto Garp, "scrittore". E ci riescono. In questo libro si assiste a una curiosa anticipazione: pur in un linguaggio definito dickensiano, l'autore precorre i tempi e crea quella miscela di reale e iperreale così comune in prodotti letterari più recenti. A modo molto "suo", Irving ha agevolato la strada ad altri talenti. Ritengo altamente consigliabile la lettura, se non di ogni suo libro, almeno di questo.