Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo
- Editore:
Bompiani
- Collana:
- Tascabili. Saggi
- Data di Pubblicazione:
- 14 marzo 2012
- EAN:
9788845270130
- ISBN:
8845270130
- Pagine:
- 512
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Filosofia sociale e politica
Descrizione Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo
La modernità è anche la storia del nesso di tensione, adattamento e contrasto tra la filosofia e l'assolutizzazione del mercato in cui si condensa lo spirito del capitalismo. Sulle orme di Hegel e di Marx, il libro delinea una fenomenologia dello spirito del capitalismo condotta sui due piani della storia della modernità e delle principali figure del pensiero che l'hanno animata. Massima alienazione dell'uomo rispetto alle proprie potenzialità ontologiche, l'odierno monoteismo del mercato è la prima società in cui regna sovrano il principio metafisico dell'illimitatezza, il "cattivo infinito" della norma dell'accumulazione smisurata del profitto a scapito della vita umana e del pianeta. In questo scenario, la filosofia resta il luogo del rischio assoluto: infatti, essa è il luogo della possibile resistenza al nichilismo della forma merce e, insieme, della sua eventuale legittimazione in stile postmoderno. Saggio introduttivo di Andrea Tagliapietra.
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Recensioni degli utenti
Molto bello-21 maggio 2012
In questo splendido saggio l'autore rovescia tutte le categorie dominanti all'interno dell'asfittico dibattito contemporaneo: i Presocratici sono presentati come legislatori comunitari della polis; il pensiero medievale come un'onto-teologia dell'essere sociale in cui Dio è anche metafora del bonum commune; Fichte, Hegel e Marx come la "coscienza infelice" della borghesia; Cartesio come l'avviamento dell'oblio dell'essere sociale; il Postmoderno come la razionalizzazione del disincanto e la rassegnata accettazione della logica illogica del mondo del mercato; destra e sinistra come categorie obsolete incapaci di interrogare il "capitalismo speculativo" odierno. Il libro chiede insomma una metànoia (una conversione intesa come "meta-nous") , e soprattutto il coraggio di guardare nel cannocchiale in cui i Bellarmino di oggi si rifiutano ostinatamente di guardare