Mille volte niente di Emma La Spina edito da Piemme

Mille volte niente

Editore:

Piemme

Collana:
Bestseller
Data di Pubblicazione:
12 aprile 2011
EAN:

9788856619461

ISBN:

8856619466

Pagine:
249
Formato:
brossura
Argomenti:
Problemi e processi sociali, MEMORIE
Acquistabile con la

Descrizione Mille volte niente

Sono una donna bambina. Una donna segnata da un'infanzia e un'adolescenza trascorse in istituti per orfani. Io che orfana non sono. Nel chiuso di quelle stanze, mi è stata rubata la bellezza dei primi anni, la meraviglia della crescita, lo stupore per il mondo. E ho avuto in cambio dolore, umiliazione, ignoranza. Per questo, quando la porta di quelle stanze si è spalancata, ho dovuto imparare ogni cosa, mentre gli altri sapevano già. Il racconto della mia storia riprende da dove l'avevo interrotto. Un mattino d'estate, il giorno successivo ai miei diciotto anni e poco prima di affrontare l'esame di maturità, vengo espulsa dall'istituto. Buttata in mezzo a una strada, letteralmente. Tutti i miei averi sono un diario, un libro di scuola e gli abiti che porto addosso. Con quelli inizierò a percorrere la mia strada, senza sapere quale sia, senza sapere nemmeno se c'è per me, da qualche parte, una strada. Non so nulla, neppure il significato delle cose più naturali della vita. Le imparerò tutte sulla mia pelle. Lentamente imparerò a difendermi. Ma ci vorranno anni, e forse ancora non mi sento del tutto salda nei risultati che ho raggiunto. Certo una cosa per me, oggi, è più importante di ogni altra: la famiglia che mi sono creata. I figli, soprattutto. Sono il mio tesoro prezioso. Sono quello per cui è valsa la pena resistere. Per questo a chi mi domanda cosa voglio ora, rispondo: niente, mille volte niente. Ho avuto tutto. (E. La Spina)

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4 di 5 su 1 recensione

Da non credere!Di M. Cristina-29 agosto 2010

Incredulità, indignazione, incapacità a comprendere... ehi, non stiamo parlando di Afghanistan o di qualche repubblica centramericana ma di Italia contemporanea. Come può definirsi civile una nazione in cui violenze, soprusi ed angherie vengono accettati da tutti come parte della vita quotidiana? E ci sono proprio tutti: famiglia, istituzioni religiose, istituzioni sociali, sanità, polizia, politica... Ma ciò che mi ha sconvolto di più è che la stessa autrice/protagonista sia talmente integrata in questa mentalità da rinunciare volontariamente alle chances che pure le si offrono per sfuggirle.