Nella mia fine è il mio principio

Prendete un giovane affascinante, squattrinato e un po' annoiato, una bella ragazza ricca e infelice, fateli incontrare e innamorare a prima vista in un luogo immerso nel verde e magari anche legato ad una terribile maledizione. Unite una zingara sinistra che minaccia la serenità dei due innamorati, una casa da favola, un'architetto geniale e ambiguo. Mettete tutto nelle mani della più grande scrittrice di gialli di tutti i tempi e avrete come risultato... Il giallo perfetto. Non ci sono i nostri amici Poirot, Hastings o Miss Marple a tentare di far luce sul mistero, ma è il protagonista che racconta in prima persona. Inutile dire che il finale è all'altezza della storia: perfetto, agghiacciante, inaspettato. Un giallo alla Christie, insomma.

Forse, e lo dico da appassionato, l'ultimo giallo degno di nota della Christie: nessun detective tipico, narrazione in prima persona come ai tempi belli di Roger Ackroyd - quasi che alla "fine" della sua carriera l'autrice tornasse al suo "principio"! - costruzione della storia suggestiva, coinvolgente, e, non ultimo, angosciante nella descrizione, un po' alla Tackeray o alla Dickens, delle ascese a cadute della borghesia inglese. Davvero raccomandabile, è un libro che probabilmente meriterebbe altra collocazione editoriale, superando i confini della letteratura di genere e ponendosi al livello di piccolo classico del '900.

Nella mia fine è il mio principio è un giallo psicologico inconsueto, nero e sconvolgente con un finale da brivido.

Giallo atipico rispetto ai classici di Agatha Christie, ma non per questo meno riuscito. Nella mia fine è il mio principio è un giallo psicologico inconsueto, nero e sconvolgente con un finale da brivido.