La mia filosofia

Una prosa chiara, lineare, lucida, per tirare le somme su tutto il proprio precedente lavoro filosofico, attraverso un insieme di saggi composti in tempi e occasioni diverse, tra gli anni '30 e '40. Dal punto di vista teorico, il retaggio hegeliano, fondamentale nel pensiero di Croce, porta a tratti ad un atteggiamento giustificazionista nei confronti delle contemporanee tragedie storiche italiane ed europee : attraverso l'hegeliana identità di realtà e razionalità (il celebre motto "tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale") i drammatici eventi storici sono malattie, "crisi di crescenza", e come tali necessari, inevitabili. Dal punto di vista pratico, però, forte e deciso è il rifiuto dell'adesione ai principi inumani dei totalitarismi "che distruggono tutto ciò che di sacro e caro abbiamo al mondo", e ferma resta la convinzione che il ruolo dell'intellettuale sia combattere per proteggere l'ideale che rende umano l'uomo, la libertà. Serio e concreto professa tale impegno, fuori da ogni sofisma retorico. Nonostante la complessiva impressione positiva, devo sottolinare la tristezza del saggio "un caso di stoicismo decadentistico", in cui Croce critica la concezione del tempo del Proust della Recherche, mutuata dalla filosofia intuizionistica di Bergson. Nel saggio sono criticati il valore e la necessità fisiologica del ricordo ai fini conoscitivi,quali Proust afferma, nonchè la contraddizione e la scissione in cui spesso i personaggi del romanzo si trovano nella loro vita interiore; laddove non trovo in nessun posto l'uomo semplice e integro, non composto da idee discordanti, l'uomo che è tutta la vita la marionetta di un' unica idea.