Metafisica. Storia di un'idea

Nel descrivere lo sviluppo della metafisica, di quella "scienza dell'essere in quanto essere" che la tradizione aristotelica intendeva come speculazione attorno a ciò che è "al di là" del mondo che vediamo, questo libro affronta alcuni temi capitali di tutta la filosofia. Se il pensiero filosofico segna l'uscita della ragione dal mito, e dunque la nascita di una sorta di "coscienza infelice" destinata a esercitare su se stessa una continua opera di riflessione, il problema è quello di recuperare ciò che di divino è rimasto nell'umano, i diversi simboli attraverso i quali gli uomini riescono ad orientarsi entro la pluralità dell'esperienza. La metafisica si rivela allora essere la "logica generale delle misure", lo sforzo speculativo di definire questa umana opera di riduzione simbolica.Dal fiorire della civiltà greca, questo processo conduce ai grandi sistemi di Platone e Aristotele, messi in discussione da una prima frattura radicale (per opera di Agostino e della patristica medievale), per cui il discorso metafisico viene subordinato a quello teologico. E alla profonda crisi dell'età rinascimentale succedono le grandi svolte moderne: quella cartesiana, che asserisce la fondazione metafisica della scienza; il criticismo di Kant, che restituisce alla metafisica la sua natura riflessiva; infine la profonda, radicale crisi rappresentata dalla dialettica hegeliana. A partire di qui, Masullo individua le tappe principali della definitiva opera di dissoluzione della metafisica, quella che da Nietzsche, Heidegger e l'ermeneutica ha condotto sino alla contemporanea decostruzione dell'essere nel linguaggio.