La mente politica. Il ruolo delle emozioni nel destino di una nazione di Drew Westen edito da Il Saggiatore

La mente politica. Il ruolo delle emozioni nel destino di una nazione

Collana:
La cultura
Traduttore:
Ceschi M.
Data di Pubblicazione:
25 settembre 2008
EAN:

9788842814955

ISBN:

8842814954

Pagine:
441
Formato:
brossura
Argomento:
Teoria comportamentale (Psicologia del comportamento)
Acquistabile con o la

Descrizione La mente politica. Il ruolo delle emozioni nel destino di una nazione

Drew Westen non ha dubbi: da sempre democratici e progressisti parlano alla parte sbagliata del cervello. Mentre repubblicani e conservatori sanno, fin dai tempi di Nixon, che la politica è soprattutto una "questione di racconto". L'idea della mente dell'elettore che decide come un freddo calcolatore, scegliendo sulla base di dati razionali, non coincide con il modo in cui lavora davvero il cervello. In politica, quando ragione ed emozione si scontrano, immancabilmente è l'emozione a uscirne vittoriosa. Per questo le elezioni vengono decise al "mercato delle emozioni", uno spazio dove si negoziano valori, immagini, analogie, convinzioni morali e performance retoriche, dove alla logica è riservato solo un ruolo secondario. Non si eleggono i leader in base alla valutazione razionale dei programmi, ma si scelgono ponendosi domande di carattere esclusivamente emotivo: "Cosa provo verso un partito?"; "Quali sono le mie impressioni sulle sue qualità personali?"; "Che sentimenti provo verso le sue posizioni?". I consiglieri di Bush l'hanno capito perfettamente e l'hanno proposto come baluardo nella lotta al terrorismo e a difesa dei cittadini quando, a partire dal 2001, il popolo americano è precipitato nell'ossessione per la minaccia alla sicurezza nazionale. Un viaggio tra psicologia e neuroscienza, ripercorrendo le più importanti campagne elettorali degli ultimi cinquant'anni - da Reagan a Barack Obama - Westen mostra come le campagne elettorali riescono o falliscono. Perché dal tempo di Franklin D. Roosevelt Bill Clinton è stato l'unico democratico rieletto alla presidenza degli Stati Uniti e solo un repubblicano ha fallito la battaglia per la rielezione? Drew Westen non ha dubbi: perché da sempre democratici e progressisti parlano alla parte sba gliata del cervello. Mentre repubblicani e conservatori sanno, fin dai tempi di Nixon, che la politica è soprattutto una "questione di racconto ". L'idea della mente dell'elettore che decide come un freddo calcolatore, scegliendo sulla base di dati razionali, non coincide con il modo in cui lavora davvero il cervello. In politica, quando ragione ed emozione si scontrano, immancabilmente è l'emozione a uscirne vittoriosa. Per questo le elezioni vengono decise al "mercato delle emozioni", uno spazio dove si negoziano valori, immagini, analogie, convinzioni morali e performance retoriche, dove alla logica è riservato solo un ruolo secondario. Non eleggiamo i leader in base alla valutazione razionale dei programmi, ma li scegliamo ponendoci quattro domande di carattere esclusivamente emotivo: "Cosa provo verso un partito?"; "Come mi fa sentire un candidato?"; "Quali sono le mie impressioni sulle sue qualità personali?"; "Che sentimenti provo verso le sue posizioni?". I consiglieri di Bush l'hanno capito perfettamente e l'hanno proposto come baluardo nella lotta al terrorismo e a difesa dei cittadini quando, a partire dal 2001, il popolo americano è precipitato nell'ossessione per la minaccia alla sicurezza nazionale. Ancora una volta i democratici ne hanno fatto le spese, e con loro i grandi temi dell'aborto, delle tasse, della razza. In un viaggio tra psicologia e neuroscienza, ripercorrendo le più importanti campagne elettorali degli ultimi cinquant'anni – da Ronald Reagan a Barack Obama – Westen ci mostra il motivo per cui le campagne elettorali riescono e falliscono. Con una convinzione: se non è possibile modificare la struttura del cervello, si può cambiare il modo di consultarlo, appassionandolo.

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