I medici nazisti di Robert J. Lifton edito da BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

I medici nazisti

Collana:
Supersaggi
Data di Pubblicazione:
12 marzo 2003
EAN:

9788817101035

ISBN:

8817101036

Pagine:
725
Argomenti:
Fascismo e Nazismo, Crimini di guerra
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Descrizione I medici nazisti

Una delle pagine più infami della storia del Terzo Reich è quella della Shoah e dei campi di sterminio; ma all'interno di questo immane orrore ce n'è uno che sembra superare qualsiasi limite della ragione: i medici che nei Lager seviziarono e torturarono sino alla morte creature inermi con l'atroce pretesto di "effettuare ricerche scientifiche". Josef Mengele è il più noto di questi criminali, ma in questo libro ne incontreremo tanti altri, piccoli uomini in grigio, che non arretrarono di fronte ad alcuna infamia. Ma "I medici nazisti" non è solo questo. Lifton guida alla scoperta di quei perversi meccanismi che trasformarono in mostri persone che, in circostanze normali, non avrebbero strappato un'ala a una mosca.

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4 di 5 su 2 recensioni

Eutanasia - uccisione come terapiaDi c. monica-10 febbraio 2011

Eliminare fisicamente le bocche inutili come malati cronici, disabili fisici e mentali comprendendo in questa categoria anche i veterani della Prima Guerra Mondiale e quelli della guerra in corso perché soggetti non considerati utili per il fututo della razza ariana. Hitler promulgò decreti, istituì nuovi centri scientifici atti a questo scopo ingannando in toto il suo popolo. Progetto segretissimo "il progetto eutanasia" esteso sia ai bambini che agli adulti. Molti studi medici per accelerare la morte di queste persone definite "vita indegna di vita": la dieta che provocava la morte di fame in breve tempo, le iniezioni di farmaci letali, le camere a gas. Troppe notizie circolavano in Germania, medici coinvolti in questo massacro risentivano enorme disagio etico, famiglie che chiedevano notizie sulla sorte dei propri cari. Questi fatti spinsero il regime nazista a interompere il progetto eutanasia (T4) in Germania e trasferirlo con il nuovo nome di (14f13) in Auschwitz. Troppi medici in un campo che aveva il solo scopo di uccidere ogni prigioniero che vi transitava; era in nome della legalità, perché solo i medici avevano le attitudini professionali per curare le malattie che avrebbero contagiato e indebolito la razza superiore. Medici nazisti che selezionavano gli abili e gli inabili. E questi medici erano in preda a conflitti interiori. E arriva allora il loro senso di non colpevolezza: erano alleviati nella loro funzione di assassino dalla convinzione che gli ebrei erano già morti e non si può uccidere un cadavere. Oppure, istituire un fittizio centro medico in Lager serviva a farli sentire più curatori che assassini. Oppure il giuramento ad Hitler era superiore al Giuramento di Ippocrate, perché Hitler portava felicità al mondo e quindi sradicare la cancrena (l'ebreo) era giusto e quindi non si sentivano assassini ma operatori di una pulizia genuina necessaria. Inoltre lavorare in questo Lager, se da una parte non aquisivano nessuna esperienza medica, dall'altra venivano inquadrati come membri di una élite e quindi sperare in una rigogliosa carriera. Medici SS si ribellarono senza conseguenze adducendo un'incapacità di svolgere un lavoro come iniezioni letali ai prigionieri senza opporsi ad esso. Medici prigionieri ebrei erano selezionati per lavorare nelle imfermerie e laboratori, partecipavano passivamente al processo di sterminio selezionando i malati incurabili salvando i guaribili, era anche questo un modo per minimizzare il loro stato di assassini, i condannati a morte erano scelti dai prigionieri stessi e questo dava sollievo ai loro animi a discapito di altri animi. Collaborazionisti medici prigionieri non ebrei si identificavano con le SS perché polacchi ariani e antisemiti, facevano più di quello che veniva loro chiesto, provavano piacere nell'asportare i genitali agli ebrei. Infine Mengele. Di sua iniziativa arrivò ad Auschwitz perché in quel luogo avrebbe avuto a disposizione molte risorse umane per i suoi studi scientifici. Con eleganza selzionava sulla banchina di arrivo le persone da mandare in gas fischiettando. Era fanatico della pulizia e si presentava nei blocchi del lager con il camice di un bianco splendente infuriandosi alla sera, quando questo camice non era sufficientemente coperto di sangue. Lo chiamavano "l'angelo della morte" perché riusciva a farsi ben volere dalle sue vittime prima di ucciderle. Era un collezionista, amava collezionare nani per poi scarnificarli e mandare i loro scheletri a Berlino, amava collezionare gemelli per eseguire su di loro esperimenti per trovare una soluzione che permettesse a donne ariane di avere parti gemellari affinché si potesse in minor tempo possibile costituire una più allargata comunità ariana. Mengele ad Auschwitz era l'uomo giusto nel posto giusto al momento giusto, qui si sentì realizzato e scappò portando con se il materiale delle sue inutuli ricerche effettuate su cavie umane.

Ricerche nazisteDi M. Micol-4 novembre 2010

Nonostante la grande mole, siamo vicini alle ottocento pagine, la lettura non perde mai di essere affascinante. Il libro esamina, come il titolo suggerisce, l'aspetto più "medio" del Reich: le ricerche scientifiche effettuate sui prigionieri di guerra e dei lager.