Mediapolis. La responsabilità dei media nella civiltà globale di Roger Silverstone edito da Vita e Pensiero

Mediapolis. La responsabilità dei media nella civiltà globale

Collana:
Transizioni
Traduttore:
Midolo E. D.
Data di Pubblicazione:
14 ottobre 2008
EAN:

9788834316764

ISBN:

8834316762

Formato:
brossura
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Descrizione Mediapolis. La responsabilità dei media nella civiltà globale

Docente di Media and Communications alla London School of Economics and Political Science, Roger Silverstone (1945-2006) è stato un pioniere dello studio dei media nel panorama internazionale. Questo suo libro, uscito postumo, tratta quella "seconda crisi ambientale" che le società globalizzate devono affrontare con grande urgenza: la crisi del mondo della comunicazione, una crisi che è morale, etica e politica. Oggi i mezzi di comunicazione, al di là del potere economico o di convincimento a essi riconosciuto, rivestono anche un ruolo fondamentale nella costruzione dei rapporti fra persone. Il mondo con cui - tramite i media - entriamo in contatto, è uno spazio nuovo: una "mediapolis", secondo la felice invenzione lessicale di Silverstone, cioè uno spazio definito di relazione, di comunicazione politica e sociale, dove anche i fruitori dei media hanno compito di responsabilità. Compito che passa attraverso la riflessione, l'apertura, la pluralità. Se la mediapolis distruggerà o costruirà i rapporti tra le persone, è la sfida cui tutti siamo chiamati a rispondere.

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4 di 5 su 1 recensione

MediapolisDi R. Pasqualina-27 settembre 2011

L'autore è stato uno dei più acuti critici post mcluhaniani dell'universo mediatico e in questo libro lascia il suo vero e proprio testamento intellettuale (è scomparso nel 2007, prima che il libro uscisse) ragionando del rapporto oggi sempre più stretto tra i media, il loro spazio nelle nostre vite, il senso civico e la moralità che richiedono a tutti, autori e consumatori (e nel social network la differenza non è più così netta) . Molti i temi che il libro lancia: la definizione della "mediapolis", la nuova arena sociale dei media, con la sua specifica ridefinizione di spazio privato e spazio pubblico (cosa è privato e cosa pubblico, oggi? ) ; il tema della rappresentazione dell'altro e della sofferenza, che non richiede né troppa prossimità né troppa lontananza, ma una "giusta distanza"; ancora la definizione degli "apriori" della comunicazione nella mediapolis, che Silverstone trova nella moralità, nella responsabilità, nel rispetto della verità, nella giustizia. Si tratta di un libro profondo, "sentito", straordinario, anche se la proposta teorica di fondo non convince. Come tanti altri autori che hanno affrontato e risolto il problema etico in termini trascendentali, kantiani (il ragionamento è: "se vogliamo garantirci tutti condizioni corrette per la comunicazione, allora non possiamo non... ") , Silverstone ragiona come se la nostra fosse una "società ideale della comunicazione" (Habermas) , ovvero, per dirla con Kant, una "repubblica dei santi". Perché qualcuno capisca che se non considero l'altro solo come fine non c'è futuro, occorre che si sia già messo in questo ordine di idee: presuppongo quello che vorrei instaurare. Purtroppo invece il mondo della comunicazione è mercato e proprio per questo, spesso, menzogna, strategia, raggiro. In questo mondo occorre collocarsi per lottare in nome degli ideali, sacrosanti, che Silverstone propone.