Maremma terra di cavalieri. Giovanniti, templari e cavalieri di Santo Stefano di Alessio Varisco edito da C&P Adver Effigi
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Maremma terra di cavalieri. Giovanniti, templari e cavalieri di Santo Stefano

Data di Pubblicazione:
20 luglio 2010
EAN:

9788864330501

ISBN:

886433050X

Pagine:
412
Argomento:
Istituzioni e organizzazioni cristiane
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la Maremma e i monaci-cavalieriDi V. Teodolinda-6 settembre 2010

In Maremma, sulle tracce degli antichi cavalieri: "Giovanniti, Templari e Cavalieri di Santo Stefano", tutti hanno lasciato segni inequivoci della loro presenza. Basta solo saperli vedere. Chiese, monasteri, spedali e luoghi di posta lungo le antiche vie dei pellegrinaggi sono, infatti, ancora tutti lì a farsi ammirare. Varisco percorre con una pazienza certosina gli insediamenti monastico-cavallereschi nella Maremma con descrizioni documentate, tratte da fonti rare (Archivi di Stato, Biblioteca Apostolica Vaticana ed Archivi di Monasteri) e da visite sul campo, attraverso i segni e le testimonianze che ancora oggi sono visibili, ma non riconosciute dai più. Una guida saggia e agevole, seppur dotta, che conduce il lettore alla visita di questi luoghi e che svela man mano l'evolversi della cavalleria cristiana con un dotto e sempre chiaro lessico. Nella prima parte del volume si parla di “Oratores et bellatores”, le origini degli ordini monastico- cavallereschi un vero unicum nella tripartizione sociale operata nel medioevo in Oratores, Bellatores ed in ultimo Laboratores. Nella seconda parte il Varisco svela i segreti della Militia Christi, ovvero dei cosiddetti "monaci in arme"; chiude la figura di un santo pellegrino e della Beata Vergine, domina degli ordini cavallereschi. Una mappatura documentata, con grande dovizia di particolari, che affascina per la ricchezza dei segni e delle testimonianze lasciate nelle chiese dai monaci ospedalieri di San Giovanni sapientemente decodificati dall'Autore: dal complesso abbaziale di San Benedetto conosciuto poi come Sancta Maria Arborensis all’Alberese, all’Hospitium di San Giovanni a Grosseto a quello di Massa Marittima, passando per alcuni personaggi di spicco quali Giovanni Pecci -nobile senese, canonico del Duomo di Siena, monaco gerosolimitano- inviato Episcopo di Grosseto, o San Guglielmo -il protettore della Maremma- cavaliere che si ritira a vita eremitica ed aiuta i pellegrini esercitando l'Obsequium pauperum virtù tipica dei Giovanniti. Un ulteriore capitolo è riservato ai "Poveri Commilitoni del Cristo e del Tempio di Salomone", mettendo sempre molto ben a luce le origini dell'Ordine in Terra Santa e del suo determinarsi nella bassa Toscana: sino alla Pieve di Santa Cristina a Rocchette, alla Chiesa San Martino a Magliano in Toscana, per finire al Duomo di Sovana, preziosa testimonianza del passaggio dei Templari in Maremma. Ad impreziosire il lavoro è certamente l'analisi del legame fra la famiglia comitale degli Aldobrandeschi ed il rituale dell'ordinazione del cavaliere templare, il giuramento dal De Laude Novae Militiae di San Bernardo di Chiaravalle e la giornata tipo di un miles-monachus. In ultimo la cronologia del processo ai templari, nonché l'analisi del processo a Ravenna e dell'Arcivescovo Rainaldo da Concorezzo. Varisco descrive alcuni dei maggiori monumenti religiosi ancora visitabili nella Toscana meridionale evocando grandi personaggi come San Rabano Mauro a San Sigismondo (primo re barbaro convertitosi al cristianesimo, divenuto monaco venne martirizzato poiché difensore dell'ortodossia), da San Giorgio a San Leonardo, da San Bruzio a Santa Ubaldesca Taccini (nativa di Calcinaia ove è ancora venerata e santa dell'Ordine di Malta), da San Guglielmo il Grande da Malavalle al mitico San Galgano. Personaggi che hanno fatto la storia della cristianità ed hanno illustrato, con immagini fantastiche, le pareti di molte chiese in affreschi analizzati dal Varisco. Il quarto capitolo è riservato al Sagr'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, milizia postcrociata sorta per presidiare l'area costiera e salvaguardare il Granducato, e fondato da Cosimo I de' Medici; di questa Militia il Varisco analizza con meticolosità gli esordi, i legami con la Regula Benedicti -definendolo perciò di derivazione benedettina-, la chiesa Conventuale Maggiore in Pisa -celeberrima opera religiosa dell'architetto Vasari-, gli ex monasteri guglielmiti e la Commenda Concini, nonché il "Priorato di Pisa", documentando con tavole cronologiche i vari priori ed i Gran Maestri dell'ordine stefaniano. L'ultimo capitolo è dedicato a San Rocco di Montpellier -pellegrino e penitente vissuto nel XIV secolo- di cui l'Autore individua gli stretti legami nel culto della Religione Giovannita ed anche in quella stefaniana, un breve profilo agiografico e della geografia rocchiana, sino ad analizzare il legame di San Rocco verso il Santo Sepolcro di Gerusalemme.