Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 3 recensioni

Struggente ritratto dell'imperoDi B. Raimondo-16 aprile 2011

Struggente ritratto di un mondo che sta morendo tra le divise, i ritratti dell'amato imperatore, l'eleganza e l'onore; cose, tutto sommato inutili contro il sorgere di nuove classi e di nuovi diritti. La morte del vecchio, anche se appare giusta e inevitabile, rimane melanconica, triste. Un romanzo ancora ottocentesco, ma moderno nell'impianto e nella sospensione morale. Scritto in modo magnifico e profondamente sentito. Uno dei migliori libri scritti in Austria in questo secolo.

La marcia di RadetzkyDi M. Tiziano-19 novembre 2010

Un libro che sorge dall'incontro di due elementi opposti. La prosa, frutto di tutte le certezze del realismo ottocentesco, e la storia, la disgregazione di un mondo antico all'inizio del novecento. Ovvero l'inesorabile crollo dell'impero austrungarico, riportatoci in modo struggente, eppure distaccato, attraverso tre generazioni di nobili, sotto il regno di Francesco Giuseppe. Forse la miglior opera mai scritta da un'austriaco assieme agli Ultimi giorni dell'Umanità (Kraus) e all'Uomo senza qualità (Musil) .

Padri e figliDi C. Giacomo-13 luglio 2010

Mentre l'impero austriaco volge al declino, si sviluppa anche la storia della famiglia Trotta, per tre generazioni al servizio dell'esercito dell'Impero asburgico. Il romanzo è pervaso da un forte senso di nostalgia e malinconia, dettato dalla consapevolezza dell'avvicinarsi del tramonto: si intrecciano così le storie individuali e quelle dell'Impero, in quello che è forse il miglior romanzo di Roth per equilibrio tra narrazione e meditazione e per maturità stilistica.