La manomissione delle parole di Gianrico Carofiglio edito da BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

La manomissione delle parole

Collana:
Best BUR
A cura di:
M. Losacco
Data di Pubblicazione:
3 aprile 2013
EAN:

9788817061735

ISBN:

8817061735

Pagine:
187
Formato:
brossura
Argomento:
Struttura e processi politici
Acquistabile con la

Descrizione La manomissione delle parole

Le parole servono a comunicare e raccontare storie. Ma anche a produrre trasformazioni e cambiare la realtà. Quando se ne fa un uso sciatto e inconsapevole o se ne manipolano deliberatamente i significati, l'effetto è il logoramento e la perdita di senso. Se questo accade, è necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripristinare la loro forza originaria, renderle di nuovo aderenti alle cose. In questo libro, atipico e sorprendente, Gianrico Carofiglio riflette sulle lingue del potere e della sopraffazione, e si dedica al recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, legate fra loro in un itinerario concettuale ricco di suggestioni. Il rigore dell'indagine - letteraria, politica ed etica - si combina con il gusto anarchico degli sconfinamenti e degli accostamenti inattesi: Aristotele e don Milani, Cicerone e Primo Levi, Dante e Bob Marley, fino alle pagine esemplari della nostra Costituzione. Ne derivano una lettura emozionante, una prospettiva nuova per osservare il nostro mondo. Chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario, dichiarava Rosa Luxemburg ormai un secolo fa. Ripensare il linguaggio, oggi, significa immaginare una nuova forma di vita.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 20 recensioni

Delizioso!Di V. Stefano-25 novembre 2013

Gianrico Carofiglio spiega, nelle pagine che compongono questo libro, il proprio amore per le parole e per la lingua italiana. L'autore prende spunto da alcune parole, importanti e insieme pesanti, come "libertà", o "giustizia", e le analizza, le smonta, le rimira e le rimonta. Tutta questa operazione non rimane nella testa dell'autore, il quale non si limita infatti a restituire al lettore il semplice risultato finale del suo studio: anzi, ogni singolo momento della sua "manomissione" viene esplicitato, dal punto di vista storico, etimologico e sociale.

La manomissione delle paroleDi b. alfio-5 luglio 2011

Per il primo approcio con Carofiglio sono voluto partire da una sua opera più saggistica che letteraria. Ho scelto una sua opera anomala, non si tratta infatti di un racconto, ma di una serie di riflessioni sul linguaggio, la società e la politica svolte da Carofiglio in occasione del Salone del Libro di Torino nel 2009 e del Festival del Diritto di Piacenza nel 2008. La chiarezza della prosa è esemplare e perfettamente coerente con quanto lo scrittore afferma sulla comunicazione e sul potere che deriva da un linguaggio incomprensibile. Il filo dei ragionamenti è ricco, alto, colto, raffinato e corredato da un apparato bibliografico curato in modo mirabile da Margherita Losacco.

La manomissione delle paroleDi l. Maria-4 luglio 2011

Un pamphlet a metà tra il politico e il sociologico, con una spruzzata di buonismo e perbenismo di sinistra. Sull'argomento si era già espresso e in modo definitivo, Nanni Moretti: "Le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male e vive male". Rimane comunque una buona lettura anche per i neofiti di Carofiglio.

Parole per pensareDi C. Roberto-7 aprile 2011

Concentrarsi sulle parole, ricercandone puntigliosamente il "senso" per confrontarlo con la "funzione" (talvolta contraddittoria rispetto al suo significato) che alla stessa parola viene attribuita, è esercizio di libertà. Salvare il nostro personale vocabolario, senza lasciarsi condurre nelle banalità (soprattutto televisive), ci salverà non solo dal conformismo, ma anche dalla degradazione della nostra personale dignità. La riflessione di Carofilio, pertanto, pur non avendo scritto un saggio, può risultare utile.

Manomettere è comandareDi d. luigi-13 marzo 2011

Carofiglio ci introduce in una analisi filologica ragionata del logos, la cui neutralità la riteniamo per presupposta ma della cui funzionalità siamo tutti inconsapevolmente vittime, artatamente superando - nell'odierna società, formale e medializzata - il limite della sua portata originaria, per evidenziarci la fragilità intrinseca del concetto riferito, che diviene "flessibilizzato" ad uso improprio dai manipolatori di professione, strumento dialettico di comando. Chiarissimo l'accostamento alla "neolingua", eticamente uniformante, di orwelliana memoria (1984).

SaggioDi B. ROVENA-4 marzo 2011

Proveniente dall'impianto legale. La manomissione delle parole. La perola in sé non sarebbe malvagia, nè buona. La perola è parola, nient'altro, invece, a seconda dell'uso che se ne fa, può essere perfino arma letale. Da una parte usata per raccontare emozioni, dall'altra per infliggere l'inferno.