Descrizione Maigret in Corte d'Assise
"D'improvviso ci si trovava immersi in un universo spersonalizzato, dove le parole di tutti i giorni erano come monete fuori corso, dove i fatti più quotidiani si traducevano in formule oscure. La toga nera dei giudici, l'ermellino, la toga rossa dell'avvocato generale accentuavano ancor più quell'impressione di rituale immutabile dove l'individuo veniva annullato. "Eppure il presidente Bernerie conduceva i dibattimenti con la massima pazienza e umanità. Non metteva fretta ai testimoni, non li interrompeva quando sembravano dilungarsi in dettagli inutili. "Con altri magistrati, più rigidi, a Maigret era capitato di stringere i pugni per la stizza e l'impotenza. "Anche oggi sapeva di aver dato solo un riflesso spento, schematico, della realtà. Tutto ciò che aveva appena detto era vero, ma non era riuscito a far sentire il peso delle cose, la loro intensità, il loro fremito, il loro odore".
Recensioni degli utenti
Maigret si arrende-29 agosto 2011
Maigret si è mai vergognato di Maigret? Forse in questo romanzo sì. Se come al solito permette che gli indiziati si muovano in una artefatta libertà di agire affichè compiano tutta la loro parabola umana, in questo caso, pur sapendo quale sarà la fatale conclusione il commissario non interviene e lascia che l'irreparabile accada; quasi che, in vista della pensione, si sia accorto dell'inutilità della sua battaglia. E Simenon non giudica il proprio personaggio: senza nemmeno accennare alla possibile colpa lascia che sia il lettore a scegliere tra la giustizia degli uomini e quella dello Stato, perchè comunque i personaggi sono già stati condannati dalla vita