Il mago del vento di Vauro Senesi edito da Piemme

Il mago del vento

Editore:

Piemme

Collana:
Bestseller
Data di Pubblicazione:
12 ottobre 2010
EAN:

9788856615265

ISBN:

8856615266

Pagine:
311
Formato:
brossura
Argomento:
Violenza nella società
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Descrizione Il mago del vento

Mentre i bagliori dei bombardamenti continuano a punteggiare il cielo alla periferia di Baghdad, un giovane uomo cammina per le vie della città che sembra deserta, avvolta in un tempo dilatato e sospeso. Nessuna voce, nessun rumore se non quello dei tuoni sordi che rimbombano confusi e intermittenti sullo sfondo della scena. L'uomo avanza nel nulla, poi con la mano afferra un bastone lungo e sottile nascosto dietro un muretto. Non appena lo alza, centinaia di piccioni spuntano dal niente del cielo e iniziano a danzare attorno a quel bastone, al ritmo di una musica che nessuno può sentire. Fahim, questo è il nome del giovane uomo, a un tratto si ferma e guarda il cielo. Una piccola piuma bianca scende svolazzando e lui apre la mano per raccoglierla. Un gesto che lo riporta indietro nel tempo, a quando era un bambino. Al giorno in cui suo fratello Ali gli ha regalato una fionda fatta con le sue mani, il giorno in cui tutto è cambiato. Raccontando la storia di questo giovane uomo, e dei suoi dolorosi segreti, il libro narra anche quella del suo Paese martoriato, in bilico tra la raffinatezza e la sensibilità delle tradizioni mistiche Sufi e il dramma quotidiano della guerra.

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3 di 5 su 1 recensione

Il mago del ventoDi v. Federico-29 luglio 2011

Romanzo pure con idee, tuttavia risente dell'eccessiva politicizzazione voluta dall'autore. Si vuol dire che la guerra è sempre inutile? Che a volte (quasi sempre) tra chi uccide e chi muore c'è un bilancio di parità tra bontà e cattiveria? Sarò criptico (a volte non si può dire tutto di un libro) ma l'inizio e la fine li avrei tagliati (lasciando solo il bellissimo incontro con la "principessa", toccante e illuminante) . Ma il centro, la storia, è di altro taglio e, anche se lenta, scorre con interesse. Da un lato il vivere campagnolo di una comune famiglia irachena, con tutti gli alti e i bassi della campagna, dei rapporti familiari, e dei rapporti con il potere, lontano ma sempre troppo presente. Così vediamo Ali che parte per il fronte iraniano, e tutto quello che succede, e la guerra con il Kuwait, ed il tracollo del padre sotto il peso della vita che non capisce. E dall'altro, LA storia (quella maiuscola, quella che dovrebbe tenere il filo) con Fahim che, per malattia, per miracolo, per caso, diventa improvvisamente sordo, ma aiutato dallo storpio Hassan a poco a poco fa di questo diversa abilità la prima fonte del proprio essere, fino a trovare la sintonia con i piccioni, e trovarsi con loro a girare per il cielo con gli occhi della mente, a cercare e a scoprire la sintonia con le cose cosiddette inanimate. Con le rocce, ma soprattutto con gli alberi, e con le palme da dattero. Assistiamo così al crescere e al prendere sempre più coscienza della propria libertà. Perché seppur sordo, come dice Hassan, Fahim ascolta. E con i suoi piccioni volanti celebrerà la caduta di Saddam. Ma non sarà (e qui sono d'accordo con l'idea di Vauro, anche se non esce bene dalle pagine) una "liberazione". La caduta del "tiranno" non è conseguenza o prodromo di una presa di coscienza. Imposta da quei carri armati americani, che vediamo all'inizio ed alla fine del racconto. E che hanno deciso autonomamente di venirli a "liberare". Ma a loro, i campagnoli (ma anche i cittadini, e gli iracheni tutti) non resta che seguire il volo dei piccioni di Fahim, sperando un giorno di liberarsi in volo come loro. La favola è carina. La resa totale un po' moscia. Ma sempre un appoggio meritano Vauro, Gino Strada e tutti gli amici di Emergency.