Lire 26.900 di Frédéric Beigbeder edito da Feltrinelli
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Lire 26.900

Editore:

Feltrinelli

Edizione:
8
Traduttore:
Ferrero A.
Data di Pubblicazione:
1 settembre 2016
EAN:

9788807888540

ISBN:

8807888548

Pagine:
237
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Lire 26.900

Octave è un pubblicitario e conduce una vita sinistra. È uno di quei morti viventi il cui unico sprazzo di luce deriva dal riflesso della propria carta di credito. È uno di quelli che decide oggi cosa desidereremo domani e che non potremo mai ottenere, che inquina il mondo con spot e bugie, che inventa per noi bisogni inutili. Un giorno viene coinvolto in una campagna più stupida delle altre per lo yogurt di una multinazionale e va in pezzi. Parte per la Florida dove si gira lo spot e, in un crescendo di esaltazione, tra alcol e stupefacenti, diventa sempre più violento, fino all'esplosione finale. Il romanzo di Beigbeder non è né un pamphlet né un apologo, non condanna né attacca, ma ha la forza di raccontare le cose dall'interno, per distruggere il demone obliquo del consumismo con i suoi stessi mezzi: rapidità, crudeltà, leggerezza, glamour, ironia. Il tutto a sole 26.900 lire. "Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. (...) Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma."

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2 di 5 su 2 recensioni

Inquietante ritratto del pubblicitarioDi g. Tommaso-14 marzo 2012

Non posso che essere d'accordo con la recensione di G. Salce, l'autore alterna brillanti trovate (troppo poche) a lunghe e noiose sciocchezze. Il protagonista Octave (un alter ego dell'autore) è un pubblicitario cocainomane e amante del lusso che svela al lettore le finzioni del mondo platinato della pubblicità che inventa bisogni che non esistono, che ci vuole depressi perché chi è appagato consuma meno. Concetti spesso risaputi o anche solo sospettati che qui vengono espressi con un tono apocalittico quantomeno irrituale. Il pubblicitario ormai in crisi professional-personale viene ingaggiato per una campagna più stupida delle altre per lo yogurt di una multinazionale e perde definitivamente la testa. In un crescendo di esaltazione, schiavo di alcol e coca, diventa sempre più violento, fino all'esplosione finale. Nonostante evochi qualche risata durante la lettura, è costante la sensazione che il contenitore sia quasi vuoto.

I pubblicitari erano di moda tanti anni fa Di S. GIORGIO-17 settembre 2010

Così fico da essere pubblicato a torso nudo sulle pagine patinate de "L'Homme". Uno Sgarbi in salsa Mornay, meno imbefanito ma altrettanto cattivone. Beigbeder è amico di Michel Houellebecq e come lui è stato inquadrato nell'Extrême contemporain, una linea di pensiero ad alto tasso alcolico. Cocainomani, maniaci sessuali, puttanieri non pentiti. Vorrebbero essere considerati cinici eppur geniali. Non molto di nuovo se vogliamo, ma scritto veramente male. Condensando luoghi comuni, linguaggi di settore (in questo,libro si trova un piccolo manuale di pubblicitese, noioso come quello dei pubblicitari veri), format televisivi, videoclip e altro. Un fondo di verità amarissima li sorregge, altrimenti sarebbe pura spazzatura. Sono i cattivi disperati dell'esercito di Latouche che, essendo buono, predica le stesse cose dal punto di vista della speranza. Non avendo la serenità per decrescere, si ingozzano compulsivamente fino a scoppiare. Per dimostrarci che sono consapevoli di partecipare, con stile inimitabile, all'Inevitabile Decadenza dell'Occidente.