La lingua nei lager nazisti di Donatella Chiapponi edito da Carocci
Alta reperibilità

La lingua nei lager nazisti

Editore:

Carocci

Data di Pubblicazione:
13 maggio 2004
EAN:

9788843030156

ISBN:

8843030159

Pagine:
140
Formato:
brossura
Argomenti:
Filosofia del linguaggio, Genocidi e pulizia etnica
Acquistabile con la

Descrizione La lingua nei lager nazisti

Lagersprache è detta la lingua usata nei campi di concentramento nazisti. Questo linguaggio era spesso costituito da un impasto plurilingue - con predominanza del tedesco - espressione della composita popolazione multietnica e cosmopolita internata. L'autrice disegna le caratteristiche di questa "lingua internazionale" centrata sulle necessità più elementari: "pane", "freddo", "dolore", "botte" erano i termini più usati di un linguaggio di sopravvivenza in cui la violenza fisica costituiva "una variante dello stesso linguaggio". L'impoverimento lessicale configurava un gergo essenziale, ridotto, estremo. Se questa era la lingua dei dominati, quella dei dominatori manifestava un distillato di violenza.

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4 di 5 su 1 recensione

Linguaggio nei Lager.Di c. monica-13 ottobre 2011

Un linguaggio molto povero formato da solo alcuni vocaboli che a noi risultano incomprensibili ma per chi veniva condannato a vivere nei Lager, ognuno di essi aveva un valore inestimabile. Un vocabolo formato da un miscuglio di varie lingue che esprimeva un vero e proprio concetto o azione, una matita o una gamella o un pidocchio ed altri ancora, potevano rappresentare la disperazione oppure una momentanea gioia per il prigioniero. Vocaboli conosciuti sia dai prigionieri che dai carnefici e per tutti esprimeva lo stesso concetto, ma ovviamente vissuto in una prospettiva ben diversa. Pochi vocaboli che esprimono la realta' misera e cruda del Lager.