Mandami a dire di Pino Roveredo edito da Bompiani

Mandami a dire

Editore:

Bompiani

Collana:
AsSaggi
A cura di:
C. Magris
Data di Pubblicazione:
20 aprile 2005
EAN:

9788845233913

ISBN:

884523391X

Pagine:
171
Formato:
brossura
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Trama Mandami a dire

Selezionate e introdotte da Claudio Magris, quattordici storie, istantanee epifanie del quotidiano, nelle quali si mescolano sapientemente realismo sanguigno, pietas, umorismo e slanci visionari. Sulla scia di Svevo, Saba e Scipio Slapater, Roveredo sviluppa l'antiletterarietà propria della narrativa triestina in cinque racconti dove l'esperienza vissuta infrange le regole del galateo narrativo. Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani. Dopo varie esperienze di vita disordinata, ha lavorato per anni come operaio in fabbrica. Scrittore e giornalista, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 3 recensioni

Mandami a direDi C. ada-12 febbraio 2011

Se le intenzioni bastassero questi racconti potrebbero essere altrettanti capolavori. Però non basta avere cose da dire, bisogna anche saperle raccontare, convincere, far credere i lettori alle situazioni e ai personaggi. Roveredo troppo spesso si limita a esporre e reiterare il dolore, ma questo non basta ed è anzi controproducente, come controproducente è insistere troppo su un'idea (anche se è carina). E poi troppi punti di sospensione, troppi punti esclamativi... A volte però non esagera, e ne escono allora dei bei racconti ("Mandami a dire", "Il maiale col fiocco", "I ragazzi di quarant'anni", "Brutti sgabuzzini", "Vola l'ucraino"). Peccato...

Mandami a direDi E. Gennaro-3 novembre 2010

E' un bel libro, è scritto bene, è vissuto, per quanto le storie possano essere autobiografiche o meno. I suoi personaggi sono figure dannate e forse condannate alla vita. Il linguaggio è schietto e sincero. La forma stilistica ti prende e ti accompagna. Bella scoperta

Piccole perleDi d. Monica-29 settembre 2010

Una serie di racconti molto belli, anche se talvolta molto tristi. Il secondo, quello che dà il titolo alla raccolta, è a mio avviso il migliore. Racconta la difficoltà di chi all'improvviso si trova a dovere affrontare una libertà inaspettata e neppure richiesta. Lo stile, a tratti inconsueto, rende particolare la scrittura dell'autore, estraneo alla letteratura fino ad età matura e protagonista di una vita vissuta spesso ai confini.