America di Charles Dickens edito da Feltrinelli
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America

Editore:

Feltrinelli

Traduttore:
Buitoni M., Corsini G., Miniati G.
Data di Pubblicazione:
21 aprile 2022
EAN:

9788807904158

ISBN:

8807904152

Pagine:
352
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione America

Quando Charles Dickens partì per l'America nel 1842, era forse l'uomo più famoso del suo tempo a recarvisi. Esplorò le regioni della costa orientale e dei Grandi Laghi degli Stati Uniti e del Canada, osservando la vita sulla sponda opposta dell'Atlantico da un punto di vista distintamente britannico. Le sue descrizioni franche e spesso umoristiche raccontano tanto il viaggio per mare, comicamente tormentoso, quanto il meravigliato stupore per la magnificenza delle cascate del Niagara. Ma Dickens non evitò nemmeno il racconto degli aspetti più controversi di quella terra, dipingendola come governata dal denaro, costruita sulla schiavitù, con una stampa corrotta. "America" resta ancora oggi un resoconto illuminante su quel continente che, nel Diciannovesimo secolo come oggi, occupa un posto di primo piano nell'attenzione e nel dibattito mondiale.

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5 di 5 su 1 recensione

Dickens, l'America e un istituto di ciechiDi M. Amalia-20 dicembre 2011

Ho letto questo libro qualche tempo fa, mi era piaciuto in tutti i suoi aspetti, ma una sua parte ha preso il sopravvento totale nella mia memoria: quella dedicata alla visita a un istituto di ragazzi ciechi e sordo-ciechi. In pratica, il bellissimo libro in cui Dickens descrive un suo viaggio negli Stati Uniti, è sicuramente molto consigliabile e risulta prezioso per chi voglia una storia vera, un documento di vita vissuta. Nel 1840 circa, l'autore inglese ebbe un invito di lavoro e svago in questo Paese, molto diverso dall'attuale, molto in crescita. Una pagina singolare di questo diario è dedicata alla visita del Dickens a un istituto modello in cui venivano educati sia ragazzi ciechi, che sordo-ciechi. Non di rado gli allievi del collegio appartenevano a famiglie di buona condizione, e persino ricche. Le pagine in questione rimangono indelebilmente nella memoria di chi, come me, vive questi problemi dall'interno; le riflessioni sono moltissime, prima fra tutte, la differenza di impostazione educativa che passa tra l'istituto americano e le coeve esperienze europee. Negli U. S. A, a quanto pare, nulla si sapeva della scrittura Braille, da poco inventata, ma il livello di apprendimento impartito ai giovanissimi ospiti è chiaramente elevato, e ne fa testimonianza l'accoglienza di alunni ancor più svantaggiati, perché privi anche dell'udito. Ciò avviene vari decenni prima dell'esperienza di Helen Keller e della sua "maestra" Anna dei miracoli e spiega come e perché, a chi abbia potuto constatarlo, la "presenza" di ciechi nella letteratura americana statunitense risulti così sottilmente diversa dall'analoga presenza nella letteratura europea. Io vorrei poter dire nella vita, ma mi limito a parlare di libri, e questo libro merita di essere letto.