D'un tratto nel folto del bosco di Amos Oz edito da Feltrinelli
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D'un tratto nel folto del bosco

Editore:

Feltrinelli

Edizione:
5
Traduttore:
Loewenthal E.
Data di Pubblicazione:
27 dicembre 2012
EAN:

9788807880407

ISBN:

8807880407

Pagine:
114
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama D'un tratto nel folto del bosco

La notte, al villaggio, uno strano, impossibile silenzio abita il buio. Anche di giorno, l'assenza degli animali lascia ovunque le sue tracce: non un cane in cortile, non un gatto sui tetti, e nemmeno una mosca che ronza o un grillo che canta nei prati intorno. Qualcosa dev'essere successo tempo fa e i bambini ogni tanto fanno domande che restano senza risposta. Fino a quando Mati e Maya non partono per la loro avventura, in cerca del mistero del villaggio dove gli animali sono scomparsi. Nel folto del bosco troveranno Nimi, il bambino puledrino ammalato di nitrillo, Nehi, il demone del bosco e una triste verità.

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3 di 5 su 6 recensioni

FavolaDi p. priscilla-29 maggio 2012

Oz in questa storia ci narra di un villaggio dove gli animali sono scomparsi da molto tempo, così tanto che i bambini si chiedono se questi sono un invenzioni degli adulti. Così due bambini si inoltrano nel bosco spinti da quelli che posso essere definiti versi... Il libro sembra essere un libro per bambini ma con una morale da grandi in fondo. Consigliato.

InaspettatoDi D. Valentina-26 agosto 2011

Ho trovato questo libricino ad un mercatino dell'usato: 1 speso benissimo! Favola per adulti e piccini, in grado di far capire che l'esclusione sociale è un "male" generato dalla paura del diverso, di ciò che non si conosce. Letto tutto d'un fiato in un pomeriggio d'estate, fa riflettere senza essere opprimente.

FavolisiticoDi C. Andrea-6 luglio 2011

E' un libro che ho scoperto perché l'ho letto insieme alle mie bambine. Credo sia interessante riportare le impressioni che mi hanno espresso quando abbiamo terminato la lettura: un libro fantastico, che fa scoprire mondi nascosti, che impegna la fantasia, che fa sognare, che mette a confronto le paure degli altri con le tue. Condivido.

Horror favolettaDi F. Francesca-13 ottobre 2010

Poche pagine per confezionare una favoletta per grandi e piccini e raccontare la paura della diversità che hanno gli umani nei confronti di chi è diverso dalla maggioranza. Ben scritto. Linguaggio fluido e comprensibile. Trama comunque ben costruita in cui non mancano colpi di scena che fanno sobbalzare. Lettura consigliata a tutti.

D'un tratto nel folto del boscoDi T. Alessandro-8 luglio 2010

Favola basata sulla diversità con protagonisti dei bambini, ma sembra pensata per gli adulti. In un paesino sperduto non ci sono più gli animali, nessun tipo di animale, nemmeno le lumache o le lucciole. Nel paese vivono solo gli uomini, in un silenzio innaturale soprattutto di notte quando tutti si barricano in casa, per paura del terribile demone dei monti Nehi. Gli animali furono portati via da questo demone delle tenebre molti anni fa, ma non si riesce a capire quando, e tutti non ne vogliono parlare, sembrano essersi dimenticati, o meglio sembrano ricordarsi di dover dimenticare. Lo comprai l'anno scorso per caso, lo definirei più un racconto che un romanzo. Devo dire che l'ho letto con gusto e sono contento di averlo scelto. Ha il suo lato fantastico e il suo lato molto pragmatico. E' una bella favola, che aiuta a riflettere.

...i carnivori mangeranno il carnemone...Di L. Andrea-15 giugno 2008

Devo ammettere che è la copertina ad avermi attratto: quell'alberello nel folto del bosco, sperduto nella spettrale cupezza del luogo, eppure illuminato di colore. Sembra sussurrarti: "avvicinati, vieni a conoscermi". Non avevo mai letto nulla di Amos Oz, ma se l'autore avesse voluto convincermi ad assaporare le sue opere per mezzo di questo romanzo (o racconto lungo), ci sarebbe riuscito decisamente. Una bella fiaba, dolce, delicata, raccontata con un linguaggio semplice, ma mai banale; i pensieri dell'autore, specchiati nelle parole e nelle menti dei personaggi sono profondi, invitano alla riflessione. Sul finire, la storia diventa commovente e si tramuta in un inno alla vita, alla comprensione, all'accettazione del prossimo, del diverso. Chissà che un giorno il mondo diventi davvero un luogo in cui tutti i carnivori si abitueranno a mangiare il carnemone. E a non cacciare più.