Sobrietà. Dallo spreco dei pochi ai diritti di tutti
- Editore:
Feltrinelli
- Collana:
- Universale economica. Saggi
- A cura di:
- Centro nuovo modello di sviluppo
- Data di Pubblicazione:
- 22 febbraio 2010
- EAN:
9788807721939
- ISBN:
8807721937
- Pagine:
- 161
- Formato:
- brossura
- Argomenti:
- Economia dello sviluppo, Etica degli affari
Descrizione Sobrietà. Dallo spreco dei pochi ai diritti di tutti
Il mondo siede su due bombe: la crisi ambientale e quella sociale. Mentre le risorse si fanno sempre più scarse, alcuni segnali relativi al cambiamento del clima indicano che gli equilibri naturali si stanno alterando in maniera irrimediabile. Nel contempo la maggior parte della popolazione non riesce a soddisfare neanche i bisogni fondamentali. Ci troviamo di fronte a un dilemma: più crescita economica per uscire dalla povertà o meno crescita economica per salvare il pianeta? È possibile passare dall'economia della crescita all'economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura? Questo libro dimostra che è possibile purché si mettano in atto quattro rivoluzioni che riguardano stili di vita, tecnologia, lavoro ed economia pubblica.
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Recensioni degli utenti
La sfida del secolo-2 febbraio 2012
Non usa certo eufemismi l'autore di questo saggio per denunciare le ingiustizie che affliggono il nostro pianeta er i pericoli ambientali cui andiamo incontro. Propone diverse soluzioni per cercare di cambiare alcuni stili di vita, di promuovere un consumo più responsabile e attento alle conseguenze. Non mi trovo d'accordo con tutto ad esempio non si può sempre "colpevolizzare" il Nord del mondo per la situazione in cui versa il Sud, ma alcune idee sono interessanti (anche se per avere effetti dovrebbero essere adottate su larghissima scala), e sicuramente "sobrietà", oggi è un termine giustamente molto in voga.
Sobrietà-27 settembre 2010
Una delle proposte più interessanti del libro è la tassazione del tempo invece che dei redditi, cioè la partecipazione diretta delle persone ai lavori necessari alla comunità. I servizi pubblici in questo modo verrebbero sganciati dall'andamento del resto dell'economia , laddove oggi decrescita significa meno introiti fiscali e quindi meno risorse. La quantità di "dover essere" in questa sorta di manifesto politico può risultare irritante quanto stimolante.