Orrore

Pietro Grossi scrive un romanzo che fa appello alle nostre paure e inquietudini più profonde. Orrore parte dall’immagine di una casa abbandonata, una casa dove evidentemente accadono cose strane, cose terribili e paranormali. Diego e Lidia quella casa l’hanno scoperta un giorno, dopo essersi persi in mezzo al bosco. Sono entrati per chiedere aiuto e hanno trovato uno scenario inaspettato: tutto apparentemente abbandonato, con angoli di polvere e angoli di lucido, tante maschere demoniache che spuntano ovunque e il disegno di un bambino appeso al frigorifero. Cosa significa tutto questo? Quando, durante le vacanze di Natale, Diego e Lidia incontrano la coppia di amici che vive a New York e ha appena avuto un bambino, gli raccontano della casa, di quel luogo che ha lasciato una punta di orrore nel loro cuore, pur non avendo visto realmente nulla. Finché ascoltano, moglie e marito sono particolarmente attenti, terrorizzati, ma attratti, e soprattutto l’uomo, che è uno scrittore, ne rimane molto colpito e pensa di poter trarre materiale per un nuovo libro. Alla fine delle vacanze di Natale la moglie ritorna a New York con il piccolo, ma il marito decide di restare, solo due settimane, il tempo per trovare la casa, studiarla e capire cosa accade. Diego e Lidia forniscono al protagonista la mappa del bosco, ma quando l’uomo trova quel luogo qualcosa accade nel suo cuore, qualcosa che lo allontana per sempre dalla sua famiglia e persino da se stesso. Giorno dopo giorno l’indagine diventa qualcosa di profondamente intimo che ha a che fare con i lati più nascosti di se stessi. Orrore di Pietro Grossi non è un libro che lascia indifferenti, anzi scava nell’inquietudine e in quella parte che si vorrebbe tenere celata.